E’ bastato Pannella a sconquassare il Pd

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E’ bastato Pannella a sconquassare il Pd

11 Marzo 2008

Il rapporto fra Pd e Radicali si è trasformato in una gag
dalla comicità irresistibile. Si parte dal grande amore scoppiato fra zia Emma
e super Walter. Lei si appassiona tanto che – batti e ribatti – trascina nove
candidati del suo partito nelle liste democratiche. Il matrimonio sembra cosa
fatta se non fosse che il tradimento è in agguato: nel loft si aggira qualche
Jago che – dopo aver assicurato a Zia Emma 
l’elezione di ben nove parlamentari – gliene regala in realtà solo sei.
I radicali – si sa – sono buoni e cari, ma anche dei tremendi pianta grane:  l’inganno se lo legano al dito.

Ma chi s’incazza davvero è Nonno Marco Pannella. Ormai
vicino agli ottanta – nel senso di anni – il vecchio leone, escluso dalle
liste, decide che a Walter e a Zia Emma gliela farà pagare. E siccome è un
trasgressivo per definizione rompe in quattro e quattr’otto il matrimonio col
Pd e decide di mettergli le corna con Boselli. La scelta del partner per
l’avventura extraconiugale non è brillantissima, ma il convento per il momento
non passa altro. In compenso – come al solito – quella di Pannella è
un’esplosiva genialata.

La sceneggiata comincia a diventare esilarante. Nonno Marco
giganteggia proponendo un patto politico ai socialisti e una dozzina di
radicali – oltre sé medesimo – da mettere in lista. Boselli risponde che è
disposto a concedere una sola candidatura, quella di Pannella: il diritto di
tribuna – come lo chiama lui. Al loft tremano e s’indignano. Franceschini, nel
ruolo dell’attor giovane, telefona a Pannella e gli dice che lui non ci sta
capendo più niente. E c’è da credergli.  Il
più astuto Bettini va da Zia Emma e la minaccia: o fermi Pannella subito o noi
cacciamo te e tutti i tuoi compagni radicali dalle liste. Il Pd blocca la
presentazione dei candidati  in attesa
che tutto si chiarisca. La Bonino è fuori di sé: quel rompiscatole di Nonno
Marco rischia di fargli saltare il seggio. Quando è troppo è troppo.

Pannella intanto continua con lo sciopero della fame e della
sete. Zia Emma piange, implora, minaccia. Ma non c’è niente da fare. Intanto il
tempo passa: fra socialisti e Nonno Marco l’avventura dura solo qualche ora:
niente accordo, niente candidati. Tanto Boselli non avrà nemmeno il quorum.
Alla fine – deus ex macchina – si manifesta Veltroni che dà ordine di
presentare le liste così come sono, con nove radicali candidati e sei sicuri
eletti. Zia Emma ha un futuro da parlamentare: l’ha spuntata lei questa volta.
Ma Nonno Marco è imprevedibile. C’è da giurarci, ci sarà un’altra puntata di
questa operetta comica. Ma che cosa hanno fatto di male gli elettori  italiani per meritarsi una campagna elettorale
allietata da queste (e purtroppo altre) sceneggiate?