“E’ tutto falso”, Maroni replica a Amnesty che difende i rom
24 Luglio 2008
di redazione
"Bisogna finirla con le falsità”: lo ha detto il ministro degli Interni Roberto Maroni, commentando a Bruxelles la lettera di Amnesty International che chiede ai ministri Ue di prendere una posizione chiara contro l’Italia per ”gli atti di discriminazione contro la comunità dei rom in Italia, culminati con l’obbligo della raccolta delle impronte digitali, anche per i bambini”.
”E’ tutto falso – hareplicato il ministro a Bruxelles nella conferenza stampa a margine ddel Consiglio Giustizia e Affari esteri-. Avete letto l’ordinanza? Si parla di rom? Si parla di impronte digitali? No. Allora di cosa stiamo parlando? E’ ora di finirla con le falsita”’, ha replicato ai giornalisti, prima di lasciare .
Maroni definisce quella dei nomadi una vera "emergenza umanitaria e sociale" e per questo chiede a Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell’Unione europea, di discutere sul tema nei prossimi Consigli Ue.
Dal canto suo Amnesty ritiene che il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Interni della Ue, che si è riunito oggi (e proseguirà domani) a Bruxelles, dovrebbe condannare "gli atti di discriminazione contro la comunità dei rom in Italia, culminati con l’obbligo della raccolta delle impronte digitali, anche per i bambini". Peccato che le impronte digitali, secondo quanto inserito nel maxiemendamento che contiene la Manovra, siano diventate obbligatorie per tutti: stranieri e non, rom e italiani.
Il direttore dell’Ufficio europeo di Amnesty International Nicolas Berger ha dichiarato che "dopo le critiche della Commissione e del Parlamento europei, è tempo che gli Stati membri prendano posizione contro quella che è diventata una campagna a tutto tondo contro i rom". La nota diffusa dall’Organizzazione è titolatata così: "Stop alla caccia contro i rom in Italia".
"La raccolta delle impronte digitali dei rom per motivi di pubblica sicurezza è solo l’ultima di una serie di politiche discriminatorie adottate dalle autorità italiane" ha aggiunto Amnesty International, per cui la decisione di estendere questo obbligo a tutta la popolazione italiana dal 2010 "non cambia nulla se, come è stato dichiarato, la schedatura dei Rom proseguirà nel frattempo".