Elezioni. Berlusconi: squadra di governo già l’11 aprile

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Elezioni. Berlusconi: squadra di governo già l’11 aprile

12 Marzo 2008

Presentarsi venerdì 11 aprile, a due giorni dal voto, con la lista dei ministri già in tasca. Con nomi e cognomi messi nero su bianco. Con tutte le caselle riempite. Silvio Berlusconi lo ha promesso.

Anche in queste ore convulse segnate dalla “vicenda Ciarrapico”, Berlusconi non perde di vista il lavoro per comporre la lista di un suo eventuale futuro governo.

L’Esecutivo che verrà, hanno spiegato ieri varie fonti parlamentari del Pdl, “vedrà necessariamente affacciarsi nuove figure” e “qualche nome eccellente restare fuori”. Potrebbero esserci Gianni Letta come vicepremier e Paolo Bonaiuti (attuale portavoce del presidente Fi) come ministro delle Comunicazioni. Il Cavaliere, di concerto con Fini, non andrà oltre la lista di 15 ministri: 12 “pesanti” tre senza portafoglio. Ovviamente la composizione delle varie anime del governo del Pdl è processo che va gestito, spiega un deputato azzurro che ama il gusto del paradosso, “senza fretta ma con velocità”. E in ristrettisimi circoli “pidiellini”la lista sta prendendo corpo. Il “Foglio” con i nomi, spiegano, è il risultato di un primo giro d’orizzonte delle disponibilità che ovviamente andranno soppesate, valutate e, essendo il Pdl una fusione tra due partiti, “incastrate” con giustezza.

Nel toto-ministri non ci sarebbero grandi novità. Si parla di un Gianfranco Fini lusingato dall’endorsement del Cavaliere allo scranno più alto di Montecitorio ma che sotto sotto accarezzerebbe l’idea di tornare alla Farnesina per riprendere il filo (diplomatico) interrotto due anni e mezzo fa. Al posto di Fini e in caso di vittoria netta del Pdl (senza cioé la concessione di una Camera all’opposizione) potrebbe essere indicato Antonio Martino, in corsa, invece, in caso di pareggio, per un ritorno al ministero della Difesa.

Per gli Esteri si fa il anche il nome di Franco Frattini, in aspettativa dall’Europa, disponibile anche per guidare il ministero dell’Interno. Ad occupare questa casella potrebbe finire invece Renato Schifani nel caso in cui Fini accettasse la Camera e, di conseguenza, Frattini finisse alla Farnesina. Un ministero “d’armi” andrebbe ad Alleanza nazionale con l’attuale capogruppo alla Camera, Ignazio La Russa. A via della Scrofa potrebbero toccare anche le Infrastrutture con Altero Matteoli mentre il comparto delle Attività Produttive a Claudio Scajola.

Per la Giustizia la partita è particolarmente ingarbugliata. Non si esclude un’eventuale ipotesi Pera che già nel 2001 avrebbe gradito questa collocazione. Ai Rapporti con il Parlamento potrebbe essere destinato Elio Vito, mago dei regolamenti parlamentari e capogruppo uscente di Forza Italia alla Camera. Sempre a Forza Italia finirebbe l’Istruzione con Roberto Formigoni che farebbe spazio al leghista Roberto Castelli per la sua successione alla Regione Lombardia.

Alla Lega sarebbero destinati due ministeri che riprendono il filo dell’impegno del Carroccio nella precedente compagine governativa. Pur con qualche dubbio da parte della parte forzista del Pdl, Roberto Calderoli portrebbe tornare alle Riforme mentre Roberto Maroni al Lavoro e Welfare. Tra le ipotesi, infine, nel nuovo governo potrebbero esser impegnati anche il portavoce di Silvio Berlusconi, alle Comunicazioni, Mara Carfagna a un ministero “sociale”.