Emma Marcegaglia debutta come presidente: “Occasione per il rilancio”
22 Maggio 2008
di redazione
Emma Marcegaglia ha debuttato da Presidente degli Industriali con una relazione a tutto campo.
L’assenteismo come "scandalo nazionale", la mano tesa ai sindacati con l’appello a mettere da parte gli "antagonismi", un plauso al nuovo governo per il decreto sulla detassazione degli staordinari, un riferimento specifico alle donne ("troppe donne a casa, troppe culle vuote, troppi bimbi poveri"): c’è tutto questo nel primo discorso di Emma Marcegaglia all’Assemblea degli industriali.
È ottimista il nuovo patron degli industriali. «Solo le passioni, le grandi passioni, possono innalzare lo spirito a grandi cose», dice citando il filosofo Diderot: «Ci muove una straordinaria passione per l’Italia. Per questo sono ottimista. Sono sicura che non sprecheremo questa occasione».
Ottimista ma realista. La Marcegaglia va dritta al cuore dei problemi che affliggono l’Italia. "La malattia dell’Italia si chiama crescita zero". Nel discorso di investitura, il numero uno di Confindustria invita il nuovo governo a fare le riforme necessarie per rilanciare il Paese. E avverte: "Siamo pronti a collaborare". Poi, guardando alle parti sociali, chiede la chiusura degli accordi sui contratti "entro settembre".
Ma è al nuovo Esecutivo che chiede liberalizzazioni (nazionali e locali), federalismo fiscale, detassazione fiscale, revisione del sistema previdenziale e snellimento della pubblica amministrazione. "Noi riconosciamo il primato della politica – avverte – la politica deve meritarlo e giustificarlo con i risultati". Secondo la leader degli industriali "gli elettori hanno fortemente penalizzato, fino ad escluderle dal Parlamento, quelle forze portatrici di una cultura antindustriale". Per la prima volta, prosegue, "tutte le formazioni politiche presenti nelle due Camere condividono i valori del mercato e dell’impresa. Stiamo assistendo a una significativa semplificazione del sistema politico". Dicendosi "malgrado tutto, ottimista", il leader degli industriali rileva come "nella coscienza collettiva si stia esaurendo quel conflitto di classe fra capitale e lavoro che ha segnato la storia degli ultimi 150 anni". Oggi, in sostanza, "si fa strada la consapevolezza che la crescita economica è il vero bene comune".
Poi le misure di cui il Paese ha necessariamente bisogno. Alleggerire la pressione fiscale che grava sulle imprese e avanti sulla strada del federalismo fiscale. Nonostante la riduzione delle aliquote varata dall’ultima finanziaria, il prelievo effettivo sugli utili di impresa resta in Italia il più alto d’Europa e questo "è un chiaro invito a non investire da noi". La Marcegaglia chiede "altri passi" verso la riduzione di Ires e Irap "guardando alla pressione effettiva e non a quella nominale" e sollecita un "nuovo rapporto di fiducia tra fisco e imprese". "Per l’Irap – spiega la leader degli industriali – è auspicabile una progressiva deducibilità e va drasticamente ridimensionata la componente costo del lavoro, una sorta di tassa sugli occupati. Tutto dovrà avvenire in un quadro di equilibrio delle finanze pubbliche e di riduzione del debito, basandosi sui tagli alla spesa".