Fiat. Pomigliano, firmato il nuovo contratto: la Fiom risponde con lo sciopero
29 Dicembre 2010
di redazione
Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l’Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano, che a partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell’accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda.
La sigla è arrivata dopo una stretta finale iniziata ieri e continuata oggi presso la sede romana della Fiat. Alla trattativa non ha preso parte la Fiom che non aveva firmato l’accordo del 15 giugno. Le novità del contratto siglato oggi, secondo fonti sindacali, riguardano: l’incremento salariale, che con un il rialzo medio si dovrebbe attestare a 360 euro lorde l’anno a regime (30 euro lorde al mese); l’altro aspetto è relativo alla semplificazione dell’inquadramento professionale (da sette a cingue gruppi), con fasce intermedie all’interno dei gruppi per facilitare gli avanzamenti professionali. Quanto alle relazioni sindacali, si apprende sempre da fonti sindacali, viene seguito il modello di Mirafiori, che esclude dalla rappresentanza chi non ha sottoscritto l’accordo. La produzione a Pomigliano, riferiscono le organizzazioni dei lavoratori, dovrebbe entrare a regime tra fine 2011 e inizio 2012.
"È un testo importante che permette ai lavoratori di essere assunti attraverso un contratto collettivo e non individuale e dà il via agli investimenti sul sito di Pomigliano". Così il segretario nazionale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio D’Anolfo, commenta la firma del nuovo contratto di lavoro per lo stabilimento campano della Fiat. Soddisfazione anche da Uilme Fim: "Con questo contratto abbiamo messo in sicurezza lo stabilimento di Pomigliano – dice Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm Campania – questo permetterà di assumere dal 1 gennaio i lavoratori e i tecnici che dovranno preparare le linee dove verrà costruita la nuova Panda. Si tratta di un contratto importante che fa da apripista anche per gli altri stabilimenti Fiat".
"L’accordo su Pomigliano è da accogliere con soddisfazione e ottimismo perché risponde a due assolute priorità: la salvaguardia dei livelli occupazionali e l’aumento dei salari dei lavoratori". Lo afferma in una nota Sergio D’Antoni, responsabile Pd dell’organizzazione e delle politiche sul territorio. Quello di oggi, rileva l’esponente del Pd, "rappresenta un primo passo lungo una strada che deve portare a una reale partecipazione del mondo del lavoro nei processi decisionali d’impresa. Ora occorre avere il coraggio di percorrere questo sentiero sino in fondo. Lo impone la responsabilità dalla maggioranza dei lavoratori che ha detto sì all’accordo. Per dare concretezza a questa prospettiva occorre la consapevolezza da parte di tutto il mondo del lavoro che non è possibile sottrarsi dal dare il proprio contributo". Rifiutare il confronto come fa la Fiom, arroccarsi sulla difesa dell’esistente, riconoscere a stento le ragioni della maggioranza dei lavoratori, conclude D’Antoni, "significa defilarsi dalle proprie responsabilità, decidere di non decidere. E in ultima analisi escludere una parte del mondo del lavoro dal partecipare a una partita da cui dipende il futuro del paese".
Dure invece le parole del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che annuncia lo sciopero di otto ore dei metalmeccaci per venerdì 28 gennaio. "L’accordo siglato per il nuovo contratto di lavoro per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco è ancora un fatto gravissimo. E aggiunge: "Fa sorridere: avevano fatto un accordo separato a giugno, ed ora ne hanno dovuto fare un altro per peggiorare ancora le condizioni. L’accordo di oggi dimostra ancora una volta che Fiat vuole cancellare il contratto e i diritti dei lavoratori". E delle sigle sindacali che hanno firmato l’intesa il leader dei metalmeccanici Cgil dice: "Fermateli, stanno facendo del male ai lavoratori". Mentre rivolgendosi anche al Lingotto aggiunge: "Non si illudano, non è con gli accordi separati che cancelleranno il più grande sindacato dei metalmeccanici".
Intanto, lo Slai Cobas ha impugnato la procedura di accordo sindacale in corso, ed annuncia un’azione giudiziaria a tutela delle prerogative delle rsu aziendali e dei sindacati costituiti in fabbrica. Dal sindacato di base, inoltre, preannunciano un volantinaggio per il ‘no’ da parte degli operai del Vico di Pomigliano, che sarà distribuito ai colleghi di Mirafiori nell’imminenza del referendum sull’accordo, e confermano gli scioperi già preannunciati in occasione di "eventuali comandate di straordinario ai lavoratori" con iniziative a tutela dei diritti in caso "di illeciti provvedimenti disciplinari messi in atto da Fiat". È quanto rende noto Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale del sindacato di base, il quale ha anche sottolineato di "non capire di cosa si stia discutendo a Roma". "Mi sembra un paradosso – sottolinea – in quanto credevo che l’accordo fosse stato siglato a giugno, quindi davvero non comprendo la ‘riscrittura’ di oggi, visto che gli operai sono stati chiamati ad esprimersi sull’accordo separato con un referendum". Oggi, intanto, con una raccomandata indirizzata alla Fiat di Torino ed allo stabilimento di Pomigliano, il coordinatore provinciale del sindacato, Antonio Tammaro, e la rsu Luigi Aprea, hanno chiesto "l’adempimento dell’onere di puntuale informazione incombente sulla società su argomenti aventi rilevanza nei rapporti di lavoro con i dipendenti", impugnando, di fatto, la procedura di accordo separato. Dal sindacato, inoltre, si contesta anche "la pretesa di Marchionne di scavalcare le rsu per conseguire una grave controriforma autoritaria del diritto del lavoro". "È una violazione della normativa vigente – conclude Granillo – così come la scelta di tagliarci fuori (insieme alla Fiom), lede sostanziali principi costituzionali. In poche parole con questo accordo l’azienda costituirà veri e propri sindacati gialli, scegliendo controparti sindacali ‘gradite e collusè, e mettendo fuori quelle in disaccordo".