Fiat. Referendum a Mirafiori, scritte contro Marchionne e compare la stella a 5 punte

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Fiat. Referendum a Mirafiori, scritte contro Marchionne e compare la stella a 5 punte

09 Gennaio 2011

Sale la tensione sull’accordo fra la Fiat e i sindacati per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori, a quattro giorni dal referendum in programma per giovedì e venerdì prossimi. Mentre a Roma Fiom e Cgil trattano per trovare una posizione comune sul dopo referendum in caso di vittoria dei ‘sì’, a Torino compaiono scritte contro l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, protagonista di quell’accordo.

«Marchionne fottiti» è stato scritto con vernice rossa su un grande manifesto pubblicitario sul cavalcavia ferroviario di corso Sommellier, nel centro cittadino, con una stella a cinque punte. E poco distante, su altri due grandi manifesti pubblicitari, altre scritte: «Non siamo noi a dover diventare cinesi» e, poi, «ma i lavoratori cinesi a diventare come noi», con altre due stelle a cinque punte.

Carabinieri e Digos sono estremamente cauti su queste e su un’altra scritta scoperta oggi in città, nella centralissima via Garibaldi («Marchionne infame», seguita dalla ‘À anarchica). Sottolineano che la stella a cinque punte non è iscritta in alcun cerchio (come facevano le Brigate Rosse), spiegano che non c’è alcun segnale che possa far pensare a ipotesi terroristiche o eversive, ricordano che la simbologia non è inedita (anche in tempi recenti) e che le scritte potrebbero essere state fatte da chiunque per alzare i toni e attirare la massima attenzione. Inoltre, spiegano che il livello di attenzione è alto perché siamo a pochi giorni dal referendum e il confronto sull’accordo per il futuro di Mirafiori si sta svolgendo con tinte forti.

La condanna per le scritte è stata subito unanime, a partire dalla Fiom e dalla Cgil («Netta condanna di ogni forma di violenza e di ogni forma di critica e di battaglia politica antidemocratica», in «un momento troppo delicato per dare spazio a provocazioni di qualsiasi natura e da qualsiasi parte provengano», con l’invito «a non cadere in trappole mediatiche o peggio folcloristiche»). Il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota invita a «non abbassare la guardia»,; per il Pd non ci deve essere alcun «pretesto per la violenza, neanche simbolica», mentre per il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli «lo sdegno della sinistra è ipocrita».

Al termine di una riunione fiume, abbandonata l’ipotesi di una sigla tecnica a cui la Fiom continua ad opporsi drasticamente, la Cgil e il sindacato delle tute blu ora si devono concentrare sul dopo referendum e su come garantire ai lavoratori iscritti alla Fiom una rappresentanza all’interno dello stabilimento. Nessuna spaccatura fra le due organizzazioni, assicura il leader Fiom, Maurizio Landini.