Finanziaria. La Camera approva la legge di stabilità

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Finanziaria. La Camera approva la legge di stabilità

10 Novembre 2009

Disco verde dell’Aula della Camera al passaggio dalla Finanziaria alla legge di Stabilità. L’Assemblea ha infatti approvato l’articolo 11 del disegno di legge di riforma della legge di contabilità che detta la nuova disciplina della manovra triennale di finanza pubblica, composta da legge di Stabilità e Bilancio. L’Aula è proceduta speditamente nelle votazioni, nonostante una ‘scivolatà di maggioranza e Governo su un emendamento tecnico del Pd all’articolo 7. L’Assemblea ha approvato anche l’articolo 10 che sostituisce il Dpef con la Dfp (la Decisione di finanza pubblica). La seduta è appena terminata. Le votazioni riprenderanno domani mattina dall’articolo 12, riguardante la relazione sull’economia e la finanza pubblica.

Fra le principali novità introdotte dalla Camera negli articoli finora approvati, oltre al coordinamento con il federalismo fiscale, una diversa tempistica del ‘ciclo’ dei documenti di bilancio rispetto al testo approvato in Senato: l’articolo 7 prevede infatti che la Dfp dovrà essere presentata dal Governo in parlamento entro il 15 settembre (e non più il 20) e i collegati entro febbraio (invece del 15 novembre). Montecitorio ha poi ‘ripristinatò per la legge di Stabilità la copertura ex articolo 81 della Costituzione, attualmente prevista per la Finanziaria: in Aula è stata introdotta la possibilità di utilizzare eventuali margini di miglioramento del risparmio pubblico ma solo se resta assicurato un valore positivo dello stesso.

È cambiata, già in Commissione, la procedura di controllo parlamentare sui documenti di bilancio e la manovra: scompare la Commissione bicamerale per la trasparenza dei conti pubblici, introdotta dal Senato all’articolo 4 del testo originario, e la funzione di controllo torna alle commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento che dovranno operare possibilmente in forma congiunta; è stato anche soppresso l’articolo 7 che prevedeva una struttura unica di supporto tecnico. In proposito sono stati ritirati in Aula due emendamenti del Pd, a prima firma Pier Paolo Baretta: il primo, di ‘mediazionè, prevedeva l’istituzione di un Comitato paritetico delle due commissioni Bilancio e il secondo puntava al ripristino dell’istituzione di un’unica struttura di supporto. Modifiche anche sui criteri di nomina del presidente dell’Istat: a differenza di quanto deciso a Palazzo Madama, la misura si potrà applicare subito.