Fini al Salone della Giustizia di Rimini: “C’è bisogno di una magistratura credibile”

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Fini al Salone della Giustizia di Rimini: “C’è bisogno di una magistratura credibile”

03 Dicembre 2009

Ha aperto i battenti questa mattina alle 10 la prima edizione del "Salone della Giustizia", organizzato all’interno degli spazi di Rimini Fiera. A inaugurarlo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha visitato i numerosi stand dislocati negli spazi espositivi.

In particolare, Fini si è soffermato nello stand della Presidenza della Camera, dove si è intrattenuto, scambiando quache battuta con alcuni giovani presenti. A quanti gli domandavano di quale legge fosse più orgoglioso, Fini ha risposto citando la Fini-Giovanardi per contrastare la droga perché, ha spiegato, "la droga è un cancro che può distruggere non solo i giovani ma tutto il tessuto sociale".

Il presidente della Camera si è anche soffermato qualche minuto davanti alla Croma bianca sulla quel viaggiavano Giovanni Falcone e la moglie il giorno dell’attentato mafioso a Capaci, nel quale persero la vita anche tre uomini della scorta. La macchina, infatti, viene esposta qui a Rimini per la prima volta al pubblico. Concluso il giro tra gli stand Fini prenderà la parola per il suo intervento di saluto.

"Recuperare efficienza, credibilità e fiducia nel sistema giudiziario italiano è vitale per la democrazia e una prerogativa per tutte le istituzioni". Così il presidente della Camera ha iniziato il suo intervento all’inaugurazione del Salone della Giustizia a Rimini ricordando che "la magistratura nel tempo ha assunto quei connotati di indipendenza dal potere esecutivo che continuano a rappresentare la vera garanzia per la tenuta dell’ordinamento democratico".

In particolare, Fini ha tenuto a ricordare i magistrati che hanno sacrificato la vita alla causa della giustizia e ha sottolineato che quello della Giustizia è un servizio che va reso ai cittadini e che per questo è indispensabile mettere a disposizione risorse e strumenti giuridici efficaci. Ad esempio non affidando solo alla discrezionalità dei pm l’obbligatorietà dell’azione penale per determinati reati.

Sulla questione della carriera dei magistrati, Fini ha auspicato il passaggio dai criteri "di mera anzianità" con l’obiettivo di "favorire la meritocrazia". E quanto all’ipotesi di separazione di carriere tra magistrati giudicanti e magistrati inquirenti, il presidente della Camera ha spiegato che una riforma in tal senso "non deve avvenire a scapito delle funzioni del pm, che deve rimanere incardinato nel sistema giudiziario". Fini ha auspicato tempi rapidi nell’attuazione delle necessarie riforme che interessano il settore, "ma ciò deve avvenire dopo un adeguato dibattito parlamentare".

Per la terza carica dello Stato è importante che "la politica sappia estirpare il germe della sfiducia" e ha rivendicato il primato ma anche l’onere che spetta a chi detiene il potere legislativo e di governo: "Se la politica non dà corso con serie riforme alla riappropriazione di quella fiducia da parte dei cittadini – ha evidenziato Fini -, nessuna istituzione nemmeno la magistratura può essere posta al riparo da perdita di credibilità".