Fini: “Il rischio di razzismo in Italia perdura”

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Fini: “Il rischio di razzismo in Italia perdura”

30 Settembre 2008

Il rischio di razzismo nel nostro paese "perdura", secondo il presidente della Camera, Gianfranco Fini. "Sta riapparendo sulla scena un mostro in forme diverse rispetto al passato…", spiega Fini in un passaggio del libro di Bruno Vespa "Viaggio in un’Italia diversa" in uscita il 3 ottobre da Mondadori- Rai Eri, anticipato oggi.

Vespa ricorda a Fini che nell’autunno del 2008 ricorrono i settant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali che portarono alla persecuzione degli ebrei e avvitarono il regime fascista in una spirale di morte. C’è ancora il rischio di antisemitismo in Italia? chiede il giornalista al presidente della Camera. "Il rischio del razzismo perdura", risponde Fini. "La paura per lo straniero è sempre latente e nasce dalla diffidenza: non lo conosco, diffido di lui, lo temo".

"Questi fenomeni – afferma Fini – tornano in alcuni momenti della storia. Ma, dal punto di vista culturale e politico, si sono prodotti mille anticorpi per sconfiggere gli incubi dell’inconscio. Il razzismo dichiarato e, a maggior ragione, l’antisemitismo sono stati rimossi. Oggi nessuno si proclama teorico della superiorità di una razza o di un’etnia. Ma ancora trenta o vent’anni fa non era così: c’erano riserve nei confronti degli ebrei e di chiunque tu sentissi diverso da te, come i neri. La cultura occidentale dovrebbe fare in questo senso i conti con se stessa. Le biblioteche sono piene di testi dichiaratamente razzisti stampati solo qualche decennio fa. La stagione del colonialismo si è intrecciata con quella del nazionalismo, che è cosa assai diversa dal patriottismo. Nazionalista è chi ritiene la propria nazione superiore alle altre. Patriota è chi è orgoglioso di sentirsi figlio di una certa cultura. Rispetto a qualche tempo fa non c’è più nessuno che faccia dichiarazioni aperte di superiorità".

"Ma nell’inconscio e nella pancia di tanta gente – sottolinea il presidente della Camera – c’è il rischio che si risvegli qualche sentimento di inquietudine. La globalizzazione, i fenomeni migratori che stanno assumendo dimensioni bibliche, il terrorismo internazionale attribuito all’Islam favoriscono questo risveglio. Bisogna stare attenti: confondere l’Islam con l’islamismo è un peccato mortale. Ma il problema c’è, e non me la sento di suggerire una guardia bassa. Sta riapparendo sulla scena un mostro in forme diverse rispetto al passato…".