Foggia. Sequestratore chiede di parlare con la Mussolini, trattative in corso

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Foggia. Sequestratore chiede di parlare con la Mussolini, trattative in corso

19 Gennaio 2010

È in corso una trattativa tra Massimiliano Credico, l’uomo di 35 anni che tiene in ostaggio una ragazzina di 15 anni in un negozio di Foggia sotto la minaccia di un coltello, e un appuntato dei carabinieri della Compagnia di Lucera che conosce da tempo l’uomo. Il carabiniere sta cercando di convincere il sequestratore a lasciar andare la giovane e a consegnarsi alle forze di polizia.

La giovane era entrata nel negozio insieme a due amiche quando ha fatto irruzione l’uomo che l’ha presa in ostaggio. L’uomo – che dice di volere un posto di lavoro – ha chiesto di parlare con Alessandra Mussolini che, nel frattempo, si è detta pronta ad un collegamento video con il sequestratore. Secondo quanto si è potuto sapere l’uomo, però, si sarebbe rifiutato di parlare per telefono perché vorrebbe parlarle di persona.

"Appena ho saputo mi sono messa in contatto con la polizia – dice ai cronisti la Mussolini – Ho dato il mio numero di cellulare per parlare con il sequestratore, ma lui non ci crede che ci sia io dall’altra parte del filo". "Già nel 2007 successe la stessa cosa – spiega ancora la parlamentare – Anche in quella occasione chiese di parlare con me e gli fu detto che io ero al telefono, ma non era vero". "Per farmi credere gli potrei dire cose che solo io posso sapere", insiste la parlamentare che poi aggiunge: "Per convincerlo sarei disposta anche a fare un collegamento video. Ma queste sono cose che deve decidere la polizia".

Il protagonista della vicenda è in libertà da qualche mese, dopo aver scontato la pena per il sequestro di una 14enne compiuto il 6 maggio 2007 in un centro commerciale di Lucera. In quell’occasione, la giovane era riuscita a divincolarsi e a fuggire, rimanendo lievemente ferita da una coltellata. Gli investigatori non hanno nessun dubbio che le sue condizioni psichiche siano disagiate: non si è potuto sapere con certezza, però, se l’uomo sia sottoposto a cure. Per il precedente sequestro di persona, al momento non si è saputo se i giudici abbiano riconosciuto l’infermità mentale.