Fu il primo trapianto di mano. Ora deve amputare per non morire

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Fu il primo trapianto di mano. Ora deve amputare per non morire

28 Giugno 2013

13 anni fa Walter Visigalli passò alla storia come il primo uomo che si era fatto trapiantare una mano in Italia. Oggi, l’uomo ha deciso di farsi amputare la mano a causa della forte reazione di rigetto provocata dalla operazione. All’epoca Visigalli rimase sotto i ferri 13 ore per completare l’intervento, realizzato nel 2000 presso l’ospedale San Gerardo di Monza, dopo aver perso la mano in un incidente stradale. Ora dice: "Provavo troppo dolore", negli ultimi due anni le crisi di rigetto si sono susseguite fino a quando Visigalli si è arreso davanti a una situazione ormai insostenibile. "A marzo sono cominciate le crisi di rigetto più intense", ha detto la moglie, "da quel momento è stato un massacro di cortisone ma il rigetto non si è fermato. Alla fine, il bivio era tra cancrena e setticemia". Alla fine, l’esperimento provato dal professor Marco Lanzetta è fallito.