Gasparri penoso, era meglio l’originale
26 Dicembre 2014
di redazione
A voler essere buoni si potrebbe rispondere a Maurizio Gasparri, che si diverte a sfottere il Nuovo Centrodestra, ride bene chi ride ultimo: visto che noi siamo un vero partito, liberale e plurale, dove le leadership esprimono giudizi in autonomia, mentre lui, zitto e mosca, sopravvive nel partito caserma, che d’altra parte su vicende come il Jobs Act ha dato il peggio di sé (in Fi hanno detto tutto e il contrario di tutto). Ma Natale è passato, quindi saremo più cattivi. Gasparri infatti, a furia di smanettare tutto il giorno su Twitter, è ormai prigioniero di un mondo virtuale e deve aver perso lucidità. Si rende conto che oltre ad essere finita un’epoca, quella berlusconiana, sta per finire anche la sua carriera politica e così spara nel mucchio, aggrappandosi a qualsiasi cosa gli consenta di avere ancora un minimo di visibilità e di accasarsi, fosse pure dalle parti dell’estrema sinistra. Al Gasparri in queste penose condizioni, insomma, preferivamo quello originale, interpretato da Neri Marcorè.