Gi orfani di Montezemolo al si salvi chi può

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Gi orfani di Montezemolo al si salvi chi può

25 Febbraio 2008

Si sono tenuti i primi incontri “tecnici” tra confederazioni
sindacali e Confindustria per esaminare le caratteristiche di una riforma della
contrattazione nazionale e aziendale. Temi del confronto i contratti nazionali
semplificati (rigorosamente centrati sul recupero dell’inflazione prevista) e
molto ridotti di numero, possibile triennalizzazione delle scadenze (invece
dell’attuale che sarebbe quadriennale ma di fatto è biennale), richieste di
detassazione per la contrattazione aziendale (da irrobustire e ampliare).

I primi incontri indicano una possibilità di qualche accordo
positivo: anche se al primo incontro non ha partecipato la Uil in polemica con
la Cgil, che aveva fatto sapere di non poter prendere accordi prima del suo
direttivo del 12 marzo. Nella Cgil il distacco di un ampio gruppo di dirigenti,
circa metà della segreteria nazionale e i vertici di categorie fondamentali
come quella della Funzione pubblica che fanno riferimento a Paolo Nerozzi,
dalla Sinistra democratica di Fabio Mussi (oggi promotrice, con Rifondazione
comunista e altri, della lista Sinistra arcobaleno) con successiva confluenza
nel Partito democratico (per cui Nerozzi potrebbe candidarsi), hanno modificato
i rapporti di forza nella confederazione guidata da Guglielmo Epifani.

Ma il peso della Fiom e di alcune camere del lavoro, come
per esempio Bologna e Torino, resta grande, e dunque tutte le incertezze di
Epifani non sono certo superate. Per questo motivo la confederazione storica
della sinistra, punta sui temi della rappresentanza in fabbrica su cui da
sempre esistono posizioni divergenti con quelle della Cisl. Nerozzi, dalla sua,
che si è rivelato un grande giocatore di partite politiche e sindacali, assume
sempre le sue scelte avendo cura di proteggere la base della sua forza, cioè il
pubblico impiego. Operazione che con il possibile arrivo di un governo di
centrodestra sarà più complessa. Il peso delle Fiom e le incertezze del
pubblico impiego Cgil contribuiranno a rendere la situazione nel sindacato che
fu di Luciano Lama assai difficile.

Comunque lo scenario della trattativa è determinato anche
dalla prossima uscita di Luca Cordero di Montezemolo: la sua strategia sta
franando e il punto decisivo di questo fenomeno è la Fiat dove Sergio
Marchionne è particolarmente irritato per la conclusione del contratto dei
metalmeccanici, con un aumento salariale medioalto non accompagnato da adeguate
contropartite sulla flessibilità.

Il centrodestra, intanto, con la proposta di una radicale
detassazione dei premi e degli straordinari sta raccogliendo un ampissimo
consenso di imprenditori e di larghi settori operai.

Tutto ciò scuote il
sistema Montezemolo: l’ala montezemoliana neutrale politicamente, a partire da
Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica, incomincia a rivedere le sue posizioni
soprattutto nei confronti della Cgil. Quella politicamente di sinistra avverte
che inizia a mancarle un appoggio di settori della base che avevano creduto
alla possibilità di compromessi fruttuosi sia con la Cgil sia con la sinistra
in generale. Matteo Colaninno, in base a queste considerazioni, come si è visto
e commentato, si è buttato in politica. In molti giurano che lo stesso
succederà anche con Anna Maria Artoni, che peraltro continua a raccogliere
molte critiche dagli imprenditori emiliani che dovrebbe rappresentare in quanto
presidente della Confindustria Emilia Romagna.