Giustizia. Alfano presenterà a settembre una riforma radicale

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Giustizia. Alfano presenterà a settembre una riforma radicale

16 Luglio 2008

La riforma  della giustizia italiana sarà presentata a settembre dal ministro Angelino Alfano. Sarà "organica", spiega Angelino Alfano, studiata "senza preclusioni ideologiche e con rigore tecnico". Da realizzare in tempi rapidi, perché "nessuno darà attenuanti a questo governo se non sarà in grado di dare al Paese una riforma della giustizia".

Alfano annuncia una serie di interventi "mirati" e non " punitivi", che seguiranno in parte la via ordinaria e in parte quella costituzionale. Ecco i punti cardine attorno ai quali ruoterà la riforma della Giustizia: la separazione delle cariche fra giudici e pubblici ministeri, la riforma del Csm che prevede la divisione in due diverse strutture per le funzioni requirenti e quella giudicanti, la riforma dei codici di procedura civile e di procedura penale, la reintroduzione dell’immunità parlamentare, l’obbligatorietà dell’azione penale e nuove misure di controllo sulla produttività dei magistrati nei singoli uffici.

Al Pd, Alfano lancia un appello, perché nel voto si distingua da "un partito giustizialista e manettaro come quello di Di Pietro" e abbandoni un antiberlusconismo che "non fa bene né al Paese nè alla giustizia". Sarebbe un grave errore politico, sottolinea, prendere le distanze solo dopo gli attacchi al Quirinale e al Papa di piazza Navona.

Per i cittadini, avverte il Guardasigilli, il mondo si divide oggi in riformatori e conservatori: "I riformatori vogliono mettere mano con coraggio alla questione giustizia e non è immaginabile cambiare il Paese senza intervenire sul sistema. Chi è per il mantenimento, dello status quo, con 5 milioni di processi civili e 3 di processi penali che non si fanno, è conservatore nel senso peggiore del termine".