Giustizia. Cossiga: “Per la prima volta ex Pci si sentono vittime”
09 Dicembre 2008
di redazione
"Per la prima volta i postcomunisti si sentono vittime della presunzione di colpevolezza e di ‘attenzioni’ cui non sono abituati". È quanto ha affermato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, per cui un ex parlamentare di lungo corso come Luciano Violante "grida allo ‘strapotere dei magistrati’".
Il senatore a vita affronta la questione in un’intervista al "Giornale". "Il Pd si trova in seria difficoltà- continua Cossiga -, è alle prese con la ‘questione morale’ e con la necessità di non rimanere schiacciati tra l’esigenza di partecipare alla riforma dell’ordinamento giudiziario e il rapporto con l’Idv e Di Pietro".
Secondo Cossiga, il leader del Pd ha commesso "un errore madornale" nell’allearsi con Di Pietro. A Veltroni "è bastato evocare il Demonio, evocarne lo spirito, per vedersi piombare i giudici sul partito… Però Uòlt nel rapporto con Di Pietro è un pendolare… Diverso Massimo D’Alema, che non ha mai provato simpatia per l’ex pm, tutt’al più cercando di usarlo quando lo candidò al Mugello".
È plausibile che in queste storie che scuotono il Pd c’entri la faida tra Veltroni e D’Alema? "Mi pare che molti dei personaggi coinvolti siano dalemiani. E persino De Magistris, quel giudice che con le sue denunce ha provocato la guerra tra le procure di Salerno e Catanzaro, abbia messo in mezzo Minniti, Latorre e persino ripescato Greganti…".
Insomma, continua Cossiga "come per Unipol, i dalemiani sono sotto tiro da Firenze a Catanzaro. Sarà una coincidenza, ma… come diceva Agatha Christie? Possibile che alla terza volta si sia formata pure la prova".
Secondo il presidente emerito, per ora il leader del Pd non sa che cosa fare. "È lì frastornato, come si vede sul capitolo giustizia… Come ne uscirà? Me lo chiede pure? Farà un gran discorso. Quindi andrà a riposarsi nel Vermont", conclude Cossiga.