Giustizia. In piano carceri più arresti domiciliari per svuotare istituti
14 Ottobre 2009
di redazione
Circa 20mila posti in più da realizzare entro il 2012: il piano carceri preannunciato dal premier Silvio Berlusconi è pronto e il Guardasigilli Angelino Alfano lo ha portato nel pomeriggio a Palazzo Grazioli.
Per risolvere il problema del sovraffollamento penitenziario (i detenuti sono oltre 64mila contro una capienza regolamentare di 43.262 posti e un limite di tollerabilità di 63.568 posti) il governo punta innanzitutto su un piano di edilizia penitenziaria che prevede la costruzione di 24 nuove carceri, di cui 9 ‘leggeri’ (vale a dire di prima accoglienza o destinati a detenuti con pene lievi, con controlli sulle mura di cinta affidati alla sola videosorveglianza) costruiti nelle grandi aree metropolitane seguendo le procedure veloci utilizzate per le nuove case dell’Aquila; la realizzazione di 47 nuovi padiglioni in carceri già esistenti. Il tutto per un costo di circa 1,6 miliardi di euro, di cui 200milioni già stanziati dal Cipe la scorsa estate.
Ma – secondo quanto si è appreso – nel piano carceri al ministero della Giustizia avrebbero previsto una ipotesi che attende il placet di Berlusconi e il via libera politico degli alleati della maggioranza: per alleggerire ulteriormente il peso del sovraffollamento si pensa di concedere, con una procedura semplificata, gli arresti domiciliari ai detenuti che hanno un residuo di pena non superiore a un anno di carcere (ad esclusione dei condannati per reati gravi). Nel caso in cui il detenuto beneficiario di questa ipotizzata misura dovesse fuggire, allora l’evasione verrebbe punita più severamente, fino a un massimo di tre anni di carcere. Le carceri verrebberò così alleggerite di circa 2-3mila detenuti. Quest’ipotizzato intervento sull’ordinamento penitenziario veniva però dato fino a stamane come non sicuro, sia in ambienti del ministero della Giustizia che del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.