Google. Azienda presenta impegni per evitare sanzioni antitrust

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Google. Azienda presenta impegni per evitare sanzioni antitrust

14 Maggio 2010

Per evitare di incorrere in eventuali sanzioni dell’Antitrust per abuso di posizione dominante, Google, chiamata in causa dagli editori italiani, ha deciso di presentare degli impegni all’Autorità. Impegni che l’Agcom rende pubblici per permettere ai soggetti sul mercato di fare le proprie osservazioni e che prevedono il mantenimento per tre anni di un programma distinto per Google News idoneo a consentire agli editori di escludere i propri contenuti dal motore di ricerca delle News senza che tale scelta determini alcun effetto sull’inclusione degli stessi contenuti nel motore generale di ricerca di Google; la comunicazione del revenue-sharing spettante agli editori per la pubblicità.

In particolare Google si impegna a dare comunicazione, attraverso l’interfaccia della rete AdSense disponibile online, della percentuale di revenue-sharing, e delle sue eventuali modifiche, spettante agli editori affiliati al programma AdSense Online. AdSense è il programma di affiliazione attraverso il quale i proprietari di siti internet possono vendere spazi pubblicitari utilizzando Google come intermediario).

L’Antitrust pubblica sul suo sito gli impegni assunti dalle società Google Inc. e Google Ireland Limited per permettere ai terzi interessati di esprimere le proprie osservazioni nell’ambito dell’istruttoria avviata nell’agosto scorso per possibile abuso di posizione dominante. Il procedimento di valutazione degli impegni dovrà essere concluso entro il 30 settembre. L’Autorità guidata da Antonio Catricalà ha avviato una istruttoria sulla base di una segnalazione della Fieg: secondo la Federazione degli editori Google News aggrega i contenuti giornalistici di una molteplicità di editori secondo criteri non pubblici regolati da un algoritmo coperto da segreto industriale.

"Le pratiche tecnologiche con cui Google forma i propri indici (ranking) dei contenuti riportati su Google News Italia e i propri indici di risposta alle queries degli utenti non sono trasparenti", indicava la Fieg secondo cui la mancanza di trasparenza procura danni agli editori che competono con Google nel mercato della raccolta pubblicitaria online. Fieg infine, lamentava che l’editore di un sito di news non avrebbe la possibilità di controllare quali dei propri contenuti possano essere indicizzati e resi accessibili tramite Google News. Un editore avrebbe solo due opzioni: consentire al motore di ricerca Google di accedere liberamente al proprio sito e di raccogliere ed utilizzare i dati ad esso relativi anche per finalità di raccolta pubblicitaria, oppure vietare l’accesso al proprio sito ai sistemi automatizzati di Google, così escludendosi non solo da Google News ma anche dalla consultazione effettuata da tutti coloro che utilizzano detto motore di ricerca e dunque dai proventi pubblicitari che tale consultazione indirettamente produce.