Governi europei: promossi e bocciati
08 Giugno 2009
di redazione
Nella settima tornata di Elezioni europee vince il centro destra. L’affluenza è stata ampiamente sotto le attese, attestandosi al 43,09%. Il fenomeno raggiunge il culmine nei Paesi dell’Est, in particolare in Slovacchia: solo 19,64% alle urne. Il Partito Popolare europeo si afferma come prima forza in seguito alle affermazioni in Francia, Spagna, Germania e Italia. In Francia si confermano i gollisti di Nicolas Sarkozy; l’Ump è oltre il 28%, con i socialisti poco sopra al 16%, insidiati dai verdi ecologisti. In Germania in calo la “Grosse Koalition” guidata da Angela Merkel. Il Partito popolare trionfa in Spagna con il 42,23%, scavalcando il Psoe del premier Josè Luis Zapatero, fermo al 38,51%, che esce ridimensionato dal voto. Bocciati in Gb i laburisti di Gordon Brown. Il partito del primo ministro arriva al 15,3%, ed è solo il terzo partito. Si afferma l’ala radicale della destra in Austria e Ungheria mentre in Grecia è l’opposizione socialista del Pasok a trionfare. I socialdemocratici avanzano in Danimarca e Svezia, mentre in Finlandia i partiti euroscettici guadagnano punti. Il Ppe si dovrebbe confermare il primo gruppo al Parlamento europeo con una oscillazione prevista tra 263-273 seggi, mentre scendono i socialisti attestandosi a 155-165 seggi. Buona affermazione dei Verdi che si aggiudicano 52-56 seggi.
In Germania deludono la Cdu/Csu del cancelliere tedesco Angela Merkel che la Spd: l’Unione ha una dato aggiornato del 38%, mentre i socialdemocratici sono al 20,8%. Fermi i Verdi, bloccati al 12%. Cresce di un punto la Linke di Oscar Lafontaine, attestatasi al 7,6%. L’affluenza alle urne per il voto europeo è stata molto bassa, attorno al 42.
Risultato sopra le aspettative in Francia per la maggioranza di governo e crollo del partito socialista all’opposizione. L’UMP del presidente francese Nicolas Sarkozy è in testa con il 28%, mentre il Ps ottiene appena il 16,8% (calo di circa il 10%). I Verdi di Europe Ecologie di Daniel Cohn Bendit ottengono un 16,2%, il MoDem di Francois Bayrou l’8,7%. I risultati vanno comunque analizzati sapendo che il tasso di astensione avrebbe sfiorato il 60%.
Il Partito popolare trionfa in Spagna con il 42,23%, scavalcando il Psoe del premier Josè Luis Zapatero, fermo al 38,51%, a questo punto in crisi. I popolari di Rajoy conquistano 23 dei 50 seggi spagnoli a Strasburgo, il Psoe 21. Gli altri sei seggi vanno alle coalizioni nazionaliste moderata e di sinistra, al patto fra Izquierda Unida e Verdi e al piccolo partito centrista Upyd di Rosa Diez. Affluenza pari al 2004, intorno al 45,8%.
Disfatta in Gran Bretagna per i laburisti britannici. Il partito del primo ministro Gordon Brown arriva al 15,3%, ed è solo il terzo partito in quello che è il peggior risultato dal dopoguerra. Primo partito sono i conservatori del leader dell’opposizione David Cameron, con il 28,6%, mentre al secondo posto ci sono gli euroscettici dell’Ukip con il 17,4%.
In Grecia una netta vittoria del partito socialista di opposizione Pasok, che ha ottenuto il 36,6% delle preferenze alle elezioni per il Parlamento europeo. Il partito conservatore Nuova Democrazia (Nd) del premier Costas Karamanlis ha il 32,3%. I comunisti del Kke si confermano terzo partito con l’8,8%, mentre cresce l’estrema destra di Laos, che si attesta al 7,1.
La Spoe (partito socialista) in Austria precipita di dieci punti al 23,8%, il peggior risultato dal 1945. La Oevp del vicecancelliere Josef Proell è in testa il 29,7%. Al terzo posto la lista dell’euroscettico populista di sinistra, Hans Peter Martin, con il 18. Sotto le previsioni della vigilia l’affermazione dell’estrema destra: la Fpoe (liberal nazionalisti), è arrivata al 13, la Bzoe (lega per il futuro dell’Austria) è al 4,7%, mentre i Verdi sono al 9,5%,
In Olanda si è votato giovedì e i risultati sono stati pubblicati nella notte di venerdì, senza attendere la chiusura negli altri Paesi. Il partito di estrema destra Pvv (Partito della libertà) di Geert Wilders ha ottenuto il 16,9%, classificandosi secondo dietro ai cristiano-democratici del Cda del premier Jan Peter Balkenende (20% contro il 24,4% del 2004) e davanti ai laburisti del PvdA (12,2% contro il 23,6% del 2004). Il Pvv, che partecipava per la prima volta alle Europee, otterrà così quattro dei 25 posti del Parlamento Ue previsti.
L’Irlanda ha votato venerdì. Il Fianna Fail (centro progressista), partito attualmente al governo ha raccolto solo il 24% delle preferenze, scendendo di otto punti rispetto le ultime amministrative del 2004; il Fine Gael (centro conservatore), principale partito di opposizione, ha ottenuto il 34%, crescendo del 6,5%; sale anche il partito laburista ha visto un balzo in avanti, con il 17% (+5,5%).
Il partito conservatore di opposizione Fidesz ha vinto in Ungheria, conquistando il 56,37% dei voti. La grande sorpresa è il risultato dell’estrema destra: 14,77% e 3 eurodeputati. Confermata in Bulgaria la vittoria preannunciata del partito conservatore Gerb del sindaco di Sofia, Boyko Borissov, con il 26%. Seguono il partito socialista del premier Serghei Stanishev al governo con il 19%
In Portogallo il Partito Socialista del primo ministro portoghese José Socrates è stato battuto a sorpresa da parte dell’opposizione di destra. Il PS ha raccolto il 26,58% dei voti, con un calo di 18 punti rispetto al 2004. Il Partito socialdemocratico (Psd, di destra) ha avuto il 31,69% dei voti ed è in testa, in leggero aumento sul 2004. Il grande vincitore è la sinistra non socialista, che prende più del 20% dei voti (contro il 14% nel 2004): l’alleanza comunisti-verdi della Cdu ha il 10,66% dei voti, e il Blocco della Sinistra il 10,73%.
Sorpresa in Svezia dove il partito pirata raggiunge il 7,1%. I socialdemocratici, all’opposizione ottengono il 24,6%, mentre il moderati di centrodestra, al governo, ottengono, il 18,8%, perdendo la testa.
In Danimarca i socialdemocratici oggi all’opposizione, sarebbero in testa rispetto ai liberali al potere, con il 21,2% nonostante una perdita sostanziale di consensi rispetto al 2004 (quando avevano avuto il 32,6% e 5 seggi). Secondo il sondaggio, i liberali raccoglierebbero il 20,2% dei voti.
La Piattaforma civica (Po), ovvero il partito popolare del premier Donald Tusk, ha vinto in Polonia con il 45,3% dei voti, confermando le attese della vigilia. Diritto e Giustizia, il partito conservatore del presidente Lech Kaczynski e guidato dal suo gemello Jaroslaw, ex premier, ha ottenuto il 29,5%, mentre i socialdemocratici dell’Unione del lavoro (Up) si attestano al 12%. Con il 7,9%, chiude le fila il Partito popolare polacco (Psl), che siederà nel Ppe insieme al Po.
In Romania Il Psd (Socialdemocratici) avrebbe ottenuto il 30,8% dei voti, mentre il Pdfl (Democraticiliberali) il 30,5%. I Liberali si piazzerebbero terzi con il 16,7%, l’Unione democratica dei magiari (Udmr) all’8,9%n e Grande Romania (Prm) al 7,2%.
Forte ascesa in Finlandia dei partiti nazionalisti ed euroscettici. Bene “I Veri Finnici”, che chiedono un freno all’immigrazione e all’integrazione comunitaria, hanno ottenuto il 10% (nel 2004 erano appena allo 0,5%. Il partito di Centro del premier Matti Vanhanen è al 23,2% (aveva il 23,4%).
In Slovacchia si è registrata la più bassa percentuale di votanti di tutti i 27 dell’Ue: alle urne solo il 19,64% degli elettori. Lo Smer, il partito socialista del premier Robert Fico, ha vinto con il 32,1% dei voti. I dati premiano anche il partito xenofobo Sns, alleato dello Smer al governo, che ottiene il 5,55% dei voti e riesce per la prima volta ad eleggere un europdeputato. L’altro partito della maggioranza, i nazionalisti del Hzds, sono stati scelti dall’8,97% degli elettori e conservano un seggio, perdendone due. Sul fronte dell’opposizione, i liberali del Sdku diventano il secondo partito con il 16,98% dei consensi, ma perdono un seggio rispetto al 2004. Il partito della minoranza ungherese Smk, con l’11,33%, perde uno dei due suoi seggi, mentre i cristianodemocratici del Kdh scendono da tre a due europarlamentari con il 10,87%.
A Cipro l’Adunata Democratica (centrodestra) arriva al 35,65%, mentre Akel (partito comunista) si ferma al 34,90%, Partito Democratico (centro) 12,28% 1, Edek (socialdemocratici) 9,85% 1, Partito Europeo (centrodestra) 4,20% e Verdi al 1,50%.
In Lettonia il partito del premier Valdis Dombrovskis, Nuova Era (Jl) subisce una pesante sconfitta diventando la sesta forza politica del Paese, scendendo al 7,43% dei voti rispetto al 19,7% del 2004. Il primo partito è diventato l’Unione civica (Ps), uno dei cinque componenti della maggioranza che sostiene l’esecutivo di Dombrovskis, con il 24,3%. Al secondo posto si attesta il Centro dell’Armonia (Sc), alleanza d’opposizione populista sostenuta dalla minoranza russa, che ha ottenuto il 19,5% ed è guidata dall’ex leader comunista Alfred Rubiks.