I borghi storici abruzzesi sono un bene da preservare e rilanciare per il turismo
10 Febbraio 2011
Itinerari insoliti, tra centri silenziosi e solitari, spesso abbandonati da decenni, ma proprio per questo ricchi di storia, di cultura, di un’identità conservata gelosamente e per questo tanto più preziosa. Scorci di vita insospettata di cui l’Abruzzo è ricco ma che restano confinati all’apprezzamento di una minoranza. Eppure, al di là dei monti, delle coste, delle colline, belle ed accoglienti, esiste nella regione una unicità ancora tutta da scoprire. Si tratta dei borghi, dei centri storici di cui l’Abruzzo è ricco tanto da far concorrenza alla Toscana e all’Umbria. Ebbene sì.
Per molti forse insospettabilmente, dopo la Toscana e l’Umbria, decantate al livello mondiale per la bellezza dei loro centri storici, c’è l’Abruzzo, per lo più sconosciuto. Una carenza a cui la regione Abruzzo ha deciso di rimediare. L’obiettivo principale è quello di preservare il patrimonio di arte, cultura, ambiente e tradizioni racchiuso nella storia millenaria dei numerosi borghi presenti su tutto il territorio regionale, valorizzandone allo stesso tempo le potenzialità turistiche. Queste piccole realtà, troppo spesso trascurate, vengono collocate in posizione marginale rispetto agli interessi economici del turismo tipicamente "di massa" .
Peccato che non si valuti in modo appropriato quanto la cultura possa esercitare un fascino notevole sul turismo locale e quanto i borghi costituiscano una risorsa vincente nell’ambito della concorrenza "globalizzata" del settore, dal punto di vista architettonico, artistico e culturale. L’enorme ricchezza dei borghi è rimasta per anni in secondo piano e piuttosto che catalizzare un’opera di recupero e loro valorizzazione, è stata conferita priorità ad altre iniziative. Eppure, anche nel settore del turismo, si può e deve realizzare quello che è un tema centrale nella politica interna e comunitaria, ossia il conseguimento di una forma di sviluppo solidale e sostenibile.
La regione Abruzzo, con la sua peculiare conformazione e collocazione geografica è unica nel suo genere. Affacciandosi sulla costa del mare Adriatico basta volgere lo sguardo per poter ammirare, a pochi chilometri di distanza, le fascinose vette innevate del Gran Sasso e della Maiella- detta anche "bella addormentata d’Abruzzo" per la somiglianza con il profilo di una donna dolcemente adagiata. Le immense distese verdi dei suoi parchi nazionali e delle riserve naturali costituiscono anche un forte elemento di richiamo per gli amanti delle vacanze a stretto contatto con la natura.
Porre maggiormente l’accento su iniziative di marketing territoriale per pubblicizzare questi piccoli paesi medioevali, inseriti in contesti paesaggistici straordinari, accrescerebbe la consapevolezza, nell’opinione pubblica e nel potenziale turista, sul loro valore inestimabile. Nel maggio 2004, il "Nuovo codice dei beni culturali" ha aggiunto una categoria ai tradizionali "beni culturali", quella dei così detti "beni paesaggistici", ricchezze inestimabili del territorio del nostro paese, del suo humus storico-artistico-architettonico. E un’importante compagnia aerea come Ryanair ha scelto d’investire delle risorse per la realizzazione di un progetto ad hoc che valorizzi questo settore.
E così, al dibattito avviato per garantire che i borghi abitati dei centri dell’entroterra siano conservati e possano continuare ad esprimere la loro identità e cultura millenaria, la Regione potrebbe rispondere con un progetto di legge che modificherebbe la legge regionale n.13/2004 intitolata:" Provvidenze per il recupero, e la valorizzazione dei centri storici".
Il progetto di modifica rappresenta lo strumento normativo per dare concreta attuazione agli obiettivi di valorizzazione e di marketing territoriale, che nel lungo periodo si tradurranno in incremento di flusso turistico e crescita economica regionale.