Il Csm apre inchiesta su frase di Berlusconi: “I pm sono come Tartaglia”

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Il Csm apre inchiesta su frase di Berlusconi: “I pm sono come Tartaglia”

Il Csm apre inchiesta su frase di Berlusconi: “I pm sono come Tartaglia”

14 Gennaio 2010

Il Csm si occuperà delle frasi pronunciate ieri dal presidente del Consiglio, che ha paragonato "l’aggressione" giudiziaria nei suoi confronti a quella fisica subita in piazza Duomo a Milano per mano di Tartaglia. 

La prima commissione di Palazzo dei Marescialli ha infatti deciso di acquisire i giornali che riportano le dichiarazioni di Berlusconi e di inserirle nell’ampia pratica a tutela di magistrati oggetto in passato di accuse rivolte dal premier. Questo fascicolo pende da tempo e riguarda in particolare i giudizi espressi dal presidente del Consiglio sui magistrati delle Procure di Palermo e di Milano che hanno riaperto le indagini sulle stragi mafiose e sui giudici del processo Mills.

"Il Csm avrebbe tanto lavoro se non desse l’impressione di entrare a gamba tesa nel dibattito politico, soprattutto in alcuni momenti, darebbe un contributo all’armonia delle istituzioni". Il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, critica la decisione del Consiglio superiore della magistratura di acquisire gli articoli che riferiscono le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi che ieri ha detto che sul piano giudiziario subisce "aggressioni parificabili a quelle di piazza del Duomo, se non peggio". Quagliariello giustifica le frasi del premier sostenendo che "la polemica politica in qualche momento può essere anche alta, ma occorre anche considerare cosa è accaduto e cosa ha subito il presidente Berlusconi".

Per il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, si tratta di una grave intimidazione alla democrazia. "La notizia dell’apertura di un fascicolo a carico del Presidente del Consiglio da parte del Csm è una vera e propria aberrazione della concezione del diritto e della democrazia", ha dichiarato aggiungendo: "Siamo di fronte – sottolinea Bondi – ad una grave intimidazione nei confronti della sovranità del potere democratico e della libera espressione politica da parte di un ordine dello Stato. Questa vicenda – conclude – conferma l’urgenza improcrastinabile di garantire l’assoluta indipendenza e legittimità delle istituzioni democratiche nei confronti di qualunque iniziativa tesa a limitarne le funzioni e i diritti".