Il Giappone al voto, affluenza in aumento rispetto al 2005

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Il Giappone al voto, affluenza in aumento rispetto al 2005

30 Agosto 2009

per rinnovare la Camera Bassa dalle quali ci si attende una netta affermazione del partito Democratico (DpJ), ora all’opposizione.

In base ai sondaggi, i Democratici di Yukio Hatoyama, il principale d’opposizione, è dato ampiamente in vantaggio sui Liberaldemocratici del premier Taro Aso, partito al potere quasi ininterrottamente da 54 anni.

L’affluenza sostenuta caratterizza il voto delle politiche generali in Giappone che registrano una partecipazione come non si vedeva da tempo. Già di prima mattina file ordinate, in rigoroso stile nipponico, hanno caratterizzato i seggi in Giappone, dove sono in corso le votazioni politiche generali per rinnovare la Camera Bassa dalle quali ci si attende una netta affermazione del partito Democratico (DpJ), ora all’opposizione.

In base ai sondaggi, i Democratici di Yukio Hatoyama, il principale d’opposizione, è dato ampiamente in vantaggio sui Liberaldemocratici del premier Taro Aso, partito al potere quasi ininterrottamente da 54 anni.

Alle ore 14 locali (le 7 del mattino in Italia), l’affluenza si è attestata al 35,19% degli aventi diritto, in rialzo dello 0,25% rispetto alle elezioni del 2005, in base ai dati forniti dal ministero degli Affari interni. Un dato che è più corposo se si aggiungono i circa 12 milioni di persone che hanno già esercitato il voto in anticipo, quasi il doppio di 4 anni fa.

La legge elettorale in Giappone per il rinnovo della Camera Bassa (o dei Rappresentanti), che si tiene oggi, è stata approvata nel 1994, dopo estenuanti negoziazioni, con lo scopo di formare due gruppi contrapposti. Gli elettori chiamati alle urne per il voto di domenica, con un’età minima di 20 anni, sono poco più di 104 milioni, su una popolazione totale di 127 milioni di persone.

Dei 480 seggi complessivi che compongono la Camera Bassa, 300 sono assegnati in altrettanti collegi locali uninominali a sistema maggioritario, e 180 in 11 liste regionali a sistema proporzionale, con un complesso meccanismo per il ripescaggio dei candidati meglio piazzati risultati sconfitti nei collegi uninominali e iscritti anche nelle liste proporzionali. Ogni elettore riceve due schede, una per il candidato nel collegio uninominale e l’altra per assegnare il voto ai partiti nel sistema proporzionale. La Camera Bassa, il ramo principale della Dieta, può imporsi con una maggioranza dei due terzi (qualificata) al potere di veto della Camera dei Consiglieri: uno scenario che si è ripetuto dal luglio 2007 dopo che l’opposizione con a capo il partito Democratico ha conquistato la Camera dei Consiglieri.