Il Mario Capanna Show chiude il mito del ’68

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Il Mario Capanna Show chiude il mito del ’68

Il Mario Capanna Show chiude il mito del ’68

25 Ottobre 2007

Il sipario sulle celebrazioni del quarantennale del ’68,
ancorché prossime venture, è già calato. A tirarlo è stato ieri sera Mario
Capanna, uno dei leader storici della movimento studentesco, sul palcoscenico di
“Striscia la Notizia”.

Partecipando in veste di ospite a conclusione della
trasmissione, Capanna è intervenuto nelle vesti di portavoce di quella che ha
definito nientemento che una “grande coalizione”, l’associazione “Italiaeuropa
– libero da OGM”. Scopo della comparsata, convincere gli spettatori a
sottoscrivere la petizione per bandire dal settore agroalimentare comunitario
gli organismi geneticamente modificati.

Fin qui, nulla di nuovo: alle battaglie perse di certa (ex)
gioventù bruciata ci siamo abituati, e per quanto possa fare un po’ tristezza
vedere Capanna ridotto a difendere la causa di un pecoraro(scanio) qualsiasi, è
probabilmente tra gli esiti migliori che possano toccargli. Senonché, l’antico contestatore
non si è limitato a tanto: presentandosi in studio, accompagnato da Greggio
nelle vesti del dr. House, ha ammiccato da subito al pubblico come nemmeno
Beppe Grillo (quando era ancora un impareggiabile comico), prestandosi al
solito sketch greggesco dell’abbandono della scrivania con tanto di classico
segnaposto personalizzato. Altro che slogan rivendicativi: Capanna ha esordito
con un’affermazione che sarebbe stata perfetta in bocca a Michele Mirabella (e
forse anche alla sora Lella): “mangiare bene e sano è la miglior prevenzione
per le malattie” (signora mia, e le mezze stagioni dove le mettiamo?). Dopo
questa lampante dimostrazione che il comunismo va sempre a finire in
luogocomunismo, Capanna ha proseguito nella sua perorazione; deposti gli strali
anticapitalisti, ha invitato i telespettatori a votare ai numeri in
sovraimpressione. Il televoto, ecco la malattia senile del ribellismo (ma al
costo previsto dal proprio piano tariffario, è pur sempre un SMS proletario): roba
che, al confronto, le simonaventura e le barbaradurso avrebbero fatto la figura
delle dilettanti.

L’apice del Mario Capanna show è stato il congedo, che
coincideva con la fine della trasmissione: quando, per convocare come da
copione le Veline per i quattro saltelli conclusivi, il veterorivoluzionario le
ha definite organismi tutt’altro che geneticamente modificati. Non pago,
insomma, di aver emulato in cinque minuti le vette del palinsesto televisivo,
Capanna ha voluto concludere con una battuta alla Beruschi, omaggiando la
migliore tradizione del varietà biscionesco (e il padrone di casa, Antonio
Ricci, che ne è stato l’inventore). A vederlo così a suo agio davanti alla
telecamera, tra Greggio e Iacchetti, mentre seppellisce quel che resta del
sessantottinismo sotto frizzi%2C lazzi e trucchi dei mestieranti dello spettacolo,
il dubbio viene: non è che, svanita l’immaginazione, i contestatori si sono
accontentati della televisione al potere?

 (p.l.)