“Il nostro passo per sbloccare lo stallo Rai”
12 Gennaio 2009
di redazione
Caro Direttore,
con l’elezione del senatore Riccardo Villari alla presidenza della Vigilanza Rai, è stato impedito che una prepotenza partitocratica giungesse a compimento. Nell’ambito della democrazia condivisa, infatti, esiste certamente un diritto di proposta, ma nessuno può arrogarsi un diritto d’imposizione: né per l’elezione di un giudice costituzionale, né per l’elezione del presidente di una Commissione di garanzia. Tanto meno tale diritto d’imposizione può essere rivendicato ipocritamente in nome della centralità delle libere scelte parlamentari. Ora, però, è necessario prendere atto che la situazione è giunta in un vicolo cieco. Senza il concorso dell’opposizione, la Commissione di Vigilanza non può procedere né all’elezione del nuovo CdA né a quella del Presidente della Rai. Noi del PdL, quantomeno, non lo potremmo consentire se vogliamo tener fede alla logica di una legge che porta il nome di uno di noi, e che va proprio nel senso di garantire democrazia e pluralismo e impone maggioranze più ampie di quelle politiche per l’elezione del Presidente della Rai. Del resto, siamo stati proprio noi del PdL ad affermare da tempo pubblicamente che senza la partecipazione di tutti il rinnovo dei vertici Rai non può avere luogo.
Investendo la Giunta per il Regolamento a fronte di una richiesta esplicita del Pd, il Presidente Schifani ha compiuto correttamente un atto dovuto, anche perché i presupposti minimi per una discussione nel merito della posizione istituzionale in cui si è venuto a trovare il Presidente Villari dopo il suo passaggio al Gruppo Misto certamente sussistono. Non vi è dubbio, infatti, che il cambio di gruppo altera il principio di proporzionalità nella rappresentanza in Commissione. Ed è altrettanto pacifico che una eventuale "decadenza" da parte di Villari come membro della Commissione non renderebbe automaticamente revocabili i presidenti di Commissione o addirittura i presidenti delle Assemblee, perché bisogna tener conto dei differenti principi di legittimazione di questi incarichi istituzionali. Vi sono, tuttavia, anche altri aspetti che devono essere considerati. In primo luogo il fatto che Villari, a seguito di una legittima elezione, non è più solo un semplice membro della Commissione, ma un "potere costituito". Egli, inoltre, non ha cambiato volontariamente gruppo di appartenenza, ma è stato espulso dal Pd e iscritto d’ufficio al Gruppo Misto. Il combinato disposto di queste due situazioni di fatto va meditato attentamente. Non vi è dubbio, infatti, che portando fino in fondo la procedura di revoca, pur nel rispetto dei regolamenti vigenti, si aumenterebbero i poteri dei gruppi a scapito delle garanzie dei singoli parlamentari.
Prima di giungere a questo punto, dunque, bisogna esperire ogni altro tentativo: anche gli esponenti più accorti dell’opposizione ne sono consapevoli. Anche perché se la situazione di stallo venisse superata attraverso una soluzione regolamentare, si tratterebbe dell’ennesima sconfitta della politica. Noi crediamo che la maggioranza debba assumersi la responsabilità di non partecipare ai lavori della Commissione. Allo stesso tempo, intendiamo lanciare due appelli. Al senatore Villari chiediamo di tornare a proporsi come soluzione e non più come problema, prendendo atto di una situazione che si è determinata suo malgrado e anche nostro malgrado. All’opposizione chiediamo invece di considerare la nostra buona volontà, e di accettare una sospensione del dibattito nella Giunta per il Regolamento per scegliere finalmente la via della politica dopo i tanti errori che il centrosinistra ha commesso, abbandonando veti e imposizioni e una confusione di linguaggi segno evidente di una linea davvero incerta. D’altro canto, anche in seno all’opposizione sono emerse in questi ultimi giorni proposte che contribuiscono a rendere il dibattito più articolato. Per tutte, ci riferiamo a quella del senatore Follini che suggerisce di giungere in tempi brevi a un’abolizione della Commissione per concentrare i poteri di garanzia nel CdA. Ma queste suggestioni non possono farci dimenticare che esiste un problema più urgente: quello del funzionamento dell’attuale Commissione di Vigilanza. Per questo chiediamo a tutti, a partire dagli organismi in carica: discutiamo dei problemi immediati e delle riforme che si possono prospettare nel medio periodo, e individuiamo rapidamente una soluzione che non faccia perdere la faccia a nessuno. E’ un’ottima occasione per dimostrare ai cittadini che la politica serve a risolvere i problemi.
Fabrizio Cicchitto
Maurizio Gasparri
Italo Bocchino
Gaetano Quagliariello
(capigruppo e vicecapigruppo vicari del Pdl alla Camera e al Senato)
© Corriere della Sera, 11 gennaio 2009