Il Pd bandisce Facebook dai pc della sede del partito. Poi ci ripensa
15 Gennaio 2010
di redazione
Niente collegamento a Facebook per tutti i computer della sede nazionale del Pd, ma solo per poche ore perché, in seguito alle numerose proteste, c’è chi ci ha ripensato subito a rimediare prima che le polemiche travolgessero l’immagine del partito.
La novità è scattata stamattina. Quando i molti dipendenti di Largo del Nazareno hanno tentato di accedere al più grande social network del mondo hanno scoperto, con grande stupore, il black out mediatico. La misura, infatti, non era stata anticipata né giustificata. Secondo quanto riferito da diverse fonti, nel sistema informatico del partito è stato inserito un filtro che impedisce di accedere al social network.
L’oscuramento di Facebook, se da una parte impedirà ai dipendenti di passare troppo tempo sul proprio profilo, dall’altra ha messo in difficoltà alcuni dirigenti e parlamentari. Questi ultimi, infatti, impegnati in aula o nelle attività di partito, fanno aggiornare il proprio profilo proprio dai collaboratori che lavorano nella sede di Largo del Nazareno.
Una scelta che non è stata accolta con grande entusiasmo e che per molti non è stata molto felice visto che lo stesso team di Obama – figura di riferimento nel Pd -, Bersani e tanti altri politici hanno impostato la propria campagna elettorale proprio su Facebook.
"L’idea che Facebook non venga considerato di utilità alle attività del partito è semplicemente paleolitica". Così Giuseppe Civati, responsabile Forum Nazionale Nuovi linguaggi e Nuove culture del Partito Democratico, contesta la scelta del partito di impedire ai propri dipendenti l’accesso al social network presso la sede nazionale. "Forse – osserva Civati – non ci si rende conto che gli ultimi grandi movimenti spontanei di questi mesi, come il ‘No B-day’ ad esempio, oppure lo sciopero degli immigrati che tanta eco sta raccogliendo proprio in questi giorni sulla stampa, sono nati proprio su Facebook". "Oscurare Facebook negli uffici centrali del partito – conclude – equivale a perdere il preziosissimo contatto con tantissimi militanti attivi del partito e, soprattutto, con quei circoli del Pd che hanno creato un proprio profilo sul social network più famoso del mondo, per generare interesse e sinergie intorno alle attività svolte dal partito".
Per evitare che il malumore crescesse all’interno del partito l’ufficio stampa del Pd ha cercato di giustificare la misura affermando che si trattasse "solo di un problema tecnico sulla banda dove stanno facendo dei lavori". Poi, dopo le trapelazioni di numerosi dipendenti, l’ufficio stampa ha corretto il tiro e si è affrettato ad annunciare che la riattivazione del sito era solo questione di quanche ora: "Credo proprio che presto sarà riattivato Facebook. E’ evidente che c’è qualcuno che ha preso una scelta amministrativa secondo logiche troppo aziendali e non di partito". Per fortuna, poche ore dopo l’accesso è stato riattivato. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire.