Il Pd frena la corsa di Grillo alla segreteria: “Hanno annullato la mia iscrizione”
22 Luglio 2009
di redazione
"Il PDmenoelle ha annullato anche la mia iscrizione di Paternopoli. Non ho quindi la possibilità di candidarmi a segretario". E’ quanto ha scritto Beppe Grillo sul suo blog, in un secco post scriptum alle riflessioni sul caso Berlusconi-D’addario, annunciando lo stop imposto dall’alto alla sua candidatura come segretario del Partito Democratico.
Andrea Forgione, segretario del circolo ‘Martin Luther King’ e delegato regionale che aveva iscritto il comico genovese al partito, commenta così la notizia: "Soffro come un cane perché vedo infrangersi il sogno di Walter Veltroni di un partito aperto. Lo stesso sogno che mi ha fatto avvicinare al Partito democratico". Il segretario del Partito democratico di Paternopoli (Avellino) spiega come sono andate le cose: "Ieri alle 17 siano andati a consegnare le tessere alla federazione provinciale di Avellino e quella di Grillo non l’hanno nemmeno voluta vedere. Non hanno nemmeno fatto il passaggio formale di prendere le tessere, fare le verifiche e quindi respingere l’iscrizione di Grillo. Niente. Fuori, punto e basta".
Forgione riferisce anche che ieri ha parlato con Grillo al telefono dopo il definitivo non al suo tesseramento: "Mi ha ringraziato e mi ha detto che le rivoluzioni si possono fare anche dalla periferia. Speriamo. Io sono molto dispiaciuto perchè il partito di Roma ha perso l’occasione di dimostrare che siamo un partito democratico davvero. Hanno vinto gli ‘ayatollah’ di Roma e i loro ‘mullah’ sul territorio".
Molto contrariata anche la reazione del nuovo candidato alla segreteria, Renato Nicolini, inventore dell’Estate Romana. Per l’ex assessore del comune di Roma è stato un errore non accettare la candidatura di Grillo: "O si azzera tutto e si accettano candidature come quella dell’attore, di Di Pietro, di Pannella per esempio, oppure non si ha vera democrazia". Secondo Nicolini, un partito "che nasce dalla fusione di Ds e Margherita, di Rutelli e Fassino, non può nascere bene e sembra solo un modo di chiudere i conti tra le due sigle". E prosegue: "Oggi Rutelli e Fassino appoggiano entrambi Franceschini. In questo senso, anche ricordando la sua battaglia con i tassisti, mi è più simpatico Bersani".
Facendo riferimento allo slogan del Democratic party di quest’anno, "Mescolati non agitati", Nicolini ha ricordato come è ispirato "a James Bond, un mito maschilista. Ma Nik, un personaggio della ‘uomo-ombra’ degli anni ’30, diceva che per un Martini serve ritmo, un ritmo che questo partito oggi non ha".