Il programma del PdL per la riconquista di Palazzo Chigi
29 Febbraio 2008
di redazione
Prima missione: rilanciare lo sviluppo
La
nostra proposta per rilanciare la crescita dell’economia italiana si
fonda su sei iniziative: un nuovo fisco per le imprese; infrastrutture,
nuove fonti di energia e telecomunicazioni; lavoro; liberalizzazioni;
sostegno al “made in Italy”; riorganizzazione e digitalizzazione della
pubblica amministrazione.
1. Un nuovo fisco per le imprese
• detassazione di straordinari, premi e incentivi legati a incrementi di produttività;
• graduale e progressiva detassazione delle “tredicesime” o di una mensilità;
• versamento IVA dovuto solo dopo il reale incasso della fattura;
• rimborsi IVA in tempo commerciale (da 60 a 90 giorni), per lasciare liquidità nelle imprese;
• eliminazione di adempimenti burocratici e fiscali superflui e costosi;
• riforma degli studi di settore, partendo dalle realtà economiche territoriali e coinvolgendo anche i Comuni;
• graduale e progressiva abolizione dell’IRAP, a partire dall’abolizione dell’IRAP sul costo del lavoro e sulle perdite;
• graduale e progressiva riduzione dell’IVA sul turismo.
2. Infrastrutture, nuove fonti di energia e telecomunicazioni
•
Rilancio e rifinanziamento della “Legge Obiettivo” e delle Grandi Opere
con priorità alle Pedemontane lombarda e veneta, al Ponte sullo Stretto
di Messina e all’Alta velocità ferroviaria;
• coinvolgimento delle piccole e medie imprese di costruzione nella realizzazione delle Grandi Opere;
•
promozione e incentivazione della raccolta differenziata e della
realizzazione di termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti
solidi urbani nelle regioni deficitarie;
• rilancio del trasporto aereo, con la valorizzazione e lo sviluppo degli “Hub” di Malpensa e di Fiumicino;
• partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione;
•
incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente
di energia, alle fonti rinnovabili: dal solare al geotermico,
dall’eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani;
• realizzazione dei rigassificatori già autorizzati;
• diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici ad olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito;
•
completamento del processo di liberalizzazione del settore delle
telecomunicazioni e diffusione della larga banda su tutto il territorio
nazionale;
• regole europee nel settore dei
media: pluralismo e concorrenza, valorizzazione delle produzioni
europee, completamento del passaggio alla tecnologia digitale.
3. Lavoro
•
Incremento delle tutele, delle garanzie e dei controlli in materia di
sicurezza sul lavoro anche attraverso incentivi per le imprese;
•
obiettivo della piena occupazione per trasformare la flessibilità di
ingresso nel mondo del lavoro in opportunità di stabilità del rapporto
e di crescita professionale, eliminando alla radice il fenomeno della
precarietà;
• attuazione della Legge Biagi
per incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro e per realizzare
una maggiore inclusione nel mercato del lavoro di giovani, donne,
anziani e disabili;
• riforma degli ammortizzatori sociali secondo i principi contenuti nel “Libro Bianco” del professor Marco Biagi;
• completamento della “Borsa lavoro” per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
4. Liberalizzazioni
•
Liberalizzazione dei servizi privati e pubblici per migliorare il
rapporto qualità/prezzo a favore dei consumatori a partire dal carico
delle bollette;
• liquidazione delle società pubbliche non essenziali;
•
difesa dei consumatori generalizzando e rafforzando il principio di
“portabilità” dei rapporti con le banche, proposto dal Governo
Berlusconi.
5. Sostegno al “Made in Italy”
•
Interventi sull’Unione Europea per ridurre la regolamentazione
comunitaria, per difendere la nostra produzione, contro la concorrenza
asimmetrica che viene dall’Asia (dazi e quote);
• sperimentazione della certificazione obbligatoria del “Made in Italy”;
• legge sui distretti industriali, sulle filiere produttive e sulle reti d’imprese;
•
sviluppo dell’agricoltura: salvaguardia degli interessi italiani in
Europa, difesa e valorizzazione del prodotto italiano mediante
l’indicazione obbligatoria dell’origine geografica, contenimento dei
costi di produzione (anche con la stabilizzazione del regime fiscale e
previdenziale agricolo), valorizzazione dei prodotti tipici, riduzione
dei passaggi dal campo alla tavola dei prodotti agricoli, diffusione di
mercati gestiti direttamente dai produttori agricoli.
6. Riorganizzazione e digitalizzazione della P.A.
•
Sviluppo del piano di riorganizzazione e di digitalizzazione della
pubblica amministrazione avviato durante il Governo Berlusconi per
raggiungere i seguenti obiettivi: considerevoli risparmi nel costo
dello Stato, accesso dei cittadini agli uffici pubblici per via
telematica, maggiore trasparenza e certezza delle procedure;
• passaggio dall’archiviazione cartacea a quella digitale.
Seconda missione: sostenere la famiglia, dare ai giovani un futuro
La
famiglia è al centro del nostro programma; per noi la famiglia è la
comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna; e per
sostenere la famiglia noi proponiamo: meno tasse, una casa per tutti,
migliori servizi sociali, mettere i giovani in condizione di costruire
il loro futuro.
1. Meno tasse
• Totale eliminazione dell’ICI sulla prima casa, senza oneri per i Comuni;
• graduale e progressiva introduzione del “quoziente familiare” che tiene conto della composizione del nucleo familiare;
• abolizione delle tasse sulle successioni e sulle donazioni reintrodotte dal governo Prodi;
•
graduale e progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40%
del prodotto interno lordo in attuazione dei principi contenuti nella
Legge delega per la riforma fiscale del governo Berlusconi;
• graduale e progressiva tassazione separata dei redditi da locazione;
• rilevazione sul territorio dei redditi delle abitazioni, ai fini della formazione del catasto;
•
rafforzamento delle misure di contrasto all’evasione fiscale già
contenute nella legge finanziaria del 2006 del governo Berlusconi.
2. Una casa per tutti
•
“Piano casa” per costruire alloggi per i giovani e per le famiglie che
ancora non dispongono di una casa in proprietà attraverso lo scambio
tra proprietà dei terreni e concessioni di edificabilità. Ogni Regione
determinerà i criteri di assegnazione su cui costruire le graduatorie;
• piano di riscatto concordato con le Regioni a favore degli inquilini di alloggi pubblici;
• riduzione del costo dei mutui bancari delle famiglie, rendendone conveniente la ristrutturazione da parte delle banche;
•
graduale e progressiva detassazione degli investimenti in riscaldamento
e difesa termica delle abitazioni e degli investimenti per la
costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei;
• fondo pubblico di garanzia per i mutui contratti dai condomini per le opere di manutenzione e/o ristrutturazione;
• stabilizzazione delle norme fiscali (IVA + Imposte dirette) sui lavori di ristrutturazione edilizia;
•
“Legge Obiettivo” per i quartieri svantaggiati e le periferie delle
grandi aree metropolitane, con agevolazioni agli interventi di
riqualificazione urbana e il finanziamento di progetti
infrastrutturali.
3. Migliori servizi sociali
• Reintroduzione del “bonus bebé” per sostenere la natalità;
• graduale e progressiva riduzione dell’IVA su latte, alimenti e prodotti per l’infanzia;
• sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata;
•
assegnazione di libri di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate,
estesa fino al 18° anno di età per garantire il diritto/dovere
all’istruzione;
• prosecuzione del piano di investimenti in asili aziendali e sociali, attraverso fondi pubblici e detassazioni;
•
graduale e progressivo aumento delle pensioni più basse; rafforzamento
della previdenza complementare e avvio sperimentale di nuove mutue
sociali e sanitarie;
• attuazione del piano
straordinario del Governo Berlusconi per le persone non autosufficienti
(disabili, anziani, malati gravi) di concerto con il mondo delle
autonomie e del privato sociale;
• utilizzo delle Poste italiane per servizi sociali a domicilio, a favore dei cittadini in coordinamento con i Comuni;
• stabilizzazione del “cinque per mille” e sua applicazione a favore di volontariato, non-profit, terzo settore, ricerca;
•
revisione del sistema di assistenza sociale in base al principio di
sussidiarietà, dando un maggior ruolo ai Comuni e garantendo la libertà
di scelta tra i vari servizi offerti dal pubblico, dal privato e dal
privato sociale;
• riforma del libro primo
del Codice Civile, per riconoscere il ruolo fondamentale assunto nella
nostra società dal “terzo settore”;
•
rilancio del ruolo di prevenzione e di assistenza dei consultori
pubblici e privati e, d’intesa con le Regioni, individuazione delle
risorse finanziarie necessarie a garantire credibili alternative
all’aborto per la gestante in difficoltà;
• esclusione di ogni ipotesi di leggi che permettano o comunque favoriscano pratiche mediche assimilabili all’eutanasia.
4. Dare ai giovani un futuro
• Sperimentazione di un periodo “no tax” per le nuove iniziative imprenditoriali e professionali dei giovani;
•
introduzione di un credito d’imposta per le imprese che assumono
giovani e che trasformano contratti temporanei in contratti a tempo
indeterminato;
• “bonus locazioni” per aiutare le giovani coppie e i meno abbienti a sostenere l’onere degli affitti;
•
garanzie pubbliche per i “prestiti d’onore” e per il finanziamento
d’avvio a favore di giovani che iniziano la loro attività di impresa;
• graduale progressiva totalizzazione dei periodi contributivi;
•
ripresa in ogni settore di attività del sistema delle mutue che, con
sostegno pubblico e privato, garantiscano ai giovani assistenza sociale
e sanitaria in caso di non lavoro e di bisogno, sul modello storico
delle “Casse edili”.
Terza missione: più sicurezza, più giustizia
Sicurezza e tutela del cittadino sono priorità assolute e saranno affrontate con interventi urgenti ed incisivi.
Una
giustizia lenta ed inefficiente, oltre che essere fonte di
disuguaglianza e di tensioni sociali, crea ostacolo alla crescita
economica del Paese.
Provvedimenti legislativi immediati e di sistema debbono trovare attuazione per ridare al cittadino la fiducia nello Stato.
1. Più sicurezza
• Aumento progressivo delle risorse per la sicurezza;
•
maggiore presenza sul territorio delle forze dell’ordine ed incremento
della polizia di prossimità, dei poliziotti e dei carabinieri di
quartiere per rafforzare la prevenzione dei “reati diffusi” (furto in
appartamento, furto d’auto, spaccio di droga, sfruttamento della
prostituzione, etc);
• incentivi per installazioni di sistemi di sicurezza nei pubblici esercizi;
•
iniziativa del Governo italiano in sede di Unione Europea affinché non
si attuino più sanatorie indiscriminate per i clandestini;
• apertura di nuovi Centri di permanenza temporanea per l’identificazione e l’espulsione dei clandestini;
•
contrasto dell’immigrazione clandestina, attraverso la collaborazione
tra governi europei e con i paesi di origine e transito degli
immigrati;
• contrasto all’insediamento
abusivo di nomadi e allontanamento di tutti coloro che risultino privi
di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza;
•
precedenza per l’immigrazione regolare ai lavoratori dei paesi che
garantiscono la reciprocità dei diritti, impediscono la partenza di
clandestini dal proprio territorio e accettino programmi comuni di
formazione professionale negli stessi paesi;
•
conferma del collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso
di soggiorno e contratto di lavoro e contrasto allo sfruttamento
illegale del lavoro degli immigrati;
•
incentivi alle associazioni, alle scuole e agli oratori per la
conoscenza della lingua, della cultura e delle leggi italiane da parte
degli immigrati;
• lotta al terrorismo
interno ed internazionale, anche attraverso lo stretto controllo dei
centri collegati alla predicazione fondamentalista;
•
tutela dell’ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari
“disobbedienti” e aumento delle pene per i reati di violenza contro le
forze dell’ordine;
2. Più giustizia
•
perfezionamento dell’azione intrapresa nella legislatura 2001/2006 dal
Governo Berlusconi, con il completamento della riforma dei codici, la
definitiva razionalizzazione delle leggi esistenti e l’attuazione dei
principi enunciati dalle sentenze della Corte Costituzionale, non
ancora trasposti in atti legislativi;
• attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati;
•
aumento delle risorse per la giustizia, con un nuovo programma di
priorità nell’allocazione delle risorse: più razionalità nelle spese,
più investimenti nell’amministrazione della giustizia quotidiana, a
partire dalla giustizia civile;
• garanzia
della certezza della pena, con la previsione che i condannati con
sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta ed
esclusione degli sconti di pena per i recidivi e per chi abbia commesso
reati di particolare gravità e di allarme sociale;
•
inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle
donne; gratuito patrocinio a favore delle vittime; istituzione del
Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei
componenti del nucleo familiare;
• costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti;
•
rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura, come
avviene in tutti i paesi europei; confronto con gli operatori della
giustizia per una riforma di ancor maggiore garanzia per i cittadini,
che riconsideri l’organizzazione della magistratura, in attuazione dei
principi costituzionali;
• limitazione
dell’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali al contrasto
dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione
delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, con pesanti sanzioni a
carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione;
•
riforma della normativa anche costituzionale in tema di responsabilità
penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le
garanzie per i cittadini;
• completamento
della riforma del Codice di Procedura Civile con snellimento dei tempi
di definizione ed incentivi alle procedure extra giudiziali.
Quarta missione: i servizi ai cittadini. Sanità, scuola, università, ricerca, cultura e ambiente.
Daremo
agli italiani servizi pubblici degni di un Paese europeo, innovando nel
campo della sanità, della scuola, dell’università, della ricerca e
nella tutela dell’ambiente.
1. Sanità
• completamento del piano del Governo Berlusconi per l’eliminazione delle liste d’attesa;
•
incentivazione del rinnovamento tecnologico delle strutture ospedaliere
e della realizzazione di nuove strutture, in particolare al Sud, in
accordo con le Regioni;
• trasparenza nella
scelta dei manager nelle aziende pubbliche sanitarie, con graduatorie
che valorizzino il merito e la qualificazione professionale;
•
riforma della Legge 180 del 1978 in particolare per ciò che concerne il
trattamento sanitario obbligatorio dei disturbati psichici;
•
attuazione della legge contro le droghe e potenziamento dei presidi
pubblici e privati di prevenzione e di recupero dalle
tossicodipendenze.
2. Scuola, università, ricerca e cultura
• Ripresa nella scuola, per gli alunni e per gli insegnanti, delle “3 i”: inglese, impresa, informatica;
•
difesa del nostro patrimonio linguistico, delle nostre tradizioni e
delle nostre culture anche per favorire l’integrazione degli stranieri;
• attuazione per la prima volta in Italia
del disposto dell’articolo 34 della Costituzione: “I capaci e
meritevoli anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i
gradi più alti degli studi”;
•
commisurazione degli aumenti retributivi a criteri meritocratici con
riconoscimenti agli insegnanti più preparati e più impegnati;
•
libera, graduale e progressiva trasformazione delle Università in
Fondazioni associative, aperte ai contributi dei territori, della
società civile e delle imprese, garantendo a tutti il diritto allo
studio;
• rafforzamento della competizione tra atenei, premiando qualità e risultati;
• realizzazione dei “Fondi dei fondi” per finanziare gli investimenti in ricerca sul modello di quanto realizzato in Francia;
• inserimento graduale e progressivo della detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica;
•
legge quadro per lo spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza) e per
promuovere la creatività italiana in tutti i campi dello spettacolo,
dell’arte e della multimedialità;
•
promozione delle “cittadelle della cultura e della ricerca”, con il
concorso del pubblico e dei privati, per lo studio delle eccellenze
italiane e lo sviluppo di piani e strategie per la valorizzazione delle
produzioni tradizionali.
3. Ambiente
• Introduzione della destinazione di un “5 per mille” per l’ambiente;
•
legge obiettivo per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione
del patrimonio culturale e la tutela del paesaggio, nel rispetto delle
autonomie territoriali, attraverso la demolizione degli ecomostri e il
risanamento degli scempi arrecati al paesaggio italiano;
•
promozione di azioni coordinate di valorizzazione del territorio
attraverso la programmazione negoziata con le Regioni, anche per
ottimizzare l’utilizzo dei fondi europei relativi ai beni culturali e
al recupero dei centri storici;
•
realizzazione di strumenti di tutela del suolo e delle acque per una
razionalizzazione della gestione delle risorse e per la prevenzione dei
disastri idrogeologici, fatte salve le competenze regionali;
• aggiornamento della Legge 157/92 secondo gli indirizzi europei in materia di attività venatoria.
Quinta missione: il Sud
Noi
vogliamo un’Italia che finalmente superi, attraverso un impegno
straordinario, il drammatico divario tra Nord e Sud, realizzando una
politica che valorizzi la responsabilità dei territori e metta a frutto
tutte le energie presenti nel Paese.
•
Piano decennale straordinario concordato con le Regioni per il
potenziamento, completamento e realizzazione delle infrastrutture:
porti, reti stradali e autostradali, alta capacità ferroviaria, Ponte
sullo stretto, in modo da formare un sistema logistico integrato;
• creazione di zone e porti franchi;
•
“Leggi Obiettivo” speciali concentrate su turismo e beni culturali,
agroalimentare e risorse idriche, infrastrutture e logistica, poli di
eccellenza per la ricerca e l’innovazione;
•
realizzazione di un piano strategico di riconversione dell’industria
chimica pesante (impianti petrolchimici e centrali termoelettriche)
ispirato alle nuove tecnologie;
• pieno e tempestivo utilizzo dei fondi comunitari attraverso nuove intese istituzionali di programma;
• realizzazione della Banca del Sud secondo il progetto del Governo Berlusconi;
• federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di sviluppo (fiscalità compensativa) a favore delle aree svantaggiate;
• contrasto alla criminalità organizzata; piano di emergenza per la sicurezza e la legalità.
Sesta missione: il federalismo
La
riforma del Titolo V della Costituzione ha posto le premesse per
avviare un ampio processo di trasferimento di poteri dal centro alla
periferia. Per il riconoscimento di una effettiva autonomia delle
Regioni e degli enti locali occorre realizzare il federalismo fiscale,
che comporta il trasferimento di risorse finanziarie dal centro alla
periferia, a parità di spesa pubblica e di pressione fiscale
complessiva.
• attuazione al disposto
dell’articolo 119 della Costituzione, assegnando agli enti territoriali
le più idonee fonti di finanziamento, trovando il giusto equilibrio tra
autonomia, equità ed efficienza;
•
approvazione, a tal fine, da parte del Parlamento della proposta di
legge “Nuove norme per l’attuazione dell’art. 119 della Costituzione”,
adottata dal Consiglio Regionale della Lombardia il 19 giugno 2007;
•
garanzia della massima trasparenza ed efficienza nelle decisioni di
entrata e di spesa, così da permettere il controllo della collettività
sulle politiche fiscali e di spesa delle amministrazioni locali;
•
garanzia che la perequazione riduca ma non annulli le differenze di
capacità fiscale, fermo il principio costituzionale di giusto
equilibrio tra solidarietà ed efficienza, premiando i comportamenti
finanziari virtuosi e le regioni con una minore evasione fiscale.
Settima missione: un piano straordinario di finanza pubblica
Questo programma si estende sull’intero arco della prossima legislatura e sarà integralmente realizzato entro il suo termine.
Cinque
anni sono un periodo di tempo sufficientemente lungo per graduare
l’avanzamento progressivo degli interventi che ci impegniamo a
realizzare.
In ogni caso ci è ben chiaro che la realizzazione del nostro programma è sottoposta a 3 vincoli esterni essenziali:
a)
il vincolo costituito dalla crisi economica in atto nel mondo ed in
Italia. Una crisi che può aggravarsi e che in questi ultimi due anni è
stata irresponsabilmente ignorata o sottovalutata dal Governo Prodi;
b)
il vincolo imposto dagli impegni di trattato europeo, impegni che
l’Italia ha assunto e che il nostro prossimo Governo intende
rispettare. Come è stato già fatto nel periodo del nostro governo
caratterizzato da una congiuntura economica negativa che ha portato la
Germania e la Francia – ma non l’Italia – sulla soglia delle “sanzioni”
europee;
c) il vincolo costituito dall’attuale instabile equilibrio dei conti pubblici italiani.
In
questi termini, gli interventi attuativi del presente programma saranno
comunque progressivamente e responsabilmente realizzati in funzione
dell’andamento dell’economia e nel rispetto dei criteri di rigore nella
gestione del bilancio pubblico.
Non facciamo e non promettiamo miracoli.
In
ogni caso non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini. Non
aumenteremo dunque la pressione fiscale. Anzi ci sforzeremo di ridurla.
Fermo l’obiettivo di contrasto e di recupero dell’evasione fiscale.
Il
nostro impegno sarà all’opposto sul lato della spesa pubblica, che
ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò
comprimibile. A partire dal costo della politica e dell’apparato
burocratico (ad esempio delle Province inutili).
In
parallelo a questi interventi di carattere ordinario, pensiamo comunque
che sia possibile e necessario un piano di ristrutturazione
straordinaria della nostra finanza pubblica. Un piano articolato come
segue.
Dentro la struttura della nostra
finanza pubblica, come si è via via formata in questi ultimi trenta
anni, noi vediamo emergere 5 punti caratteristici essenziali:
a)
l’attivo è superiore al passivo. Il patrimonio pubblico (circa 1.800
miliardi di euro) è in specie superiore al debito pubblico (circa 1.500
miliardi di euro);
b) tutto il passivo è
collocato come debito pubblico sul mercato, mentre la parte di attivo
che potrebbe essere collocata e valorizzata sul mercato, fatta da
azioni, aziende, immobili, crediti, diritti di concessione, etc. (fino
al 40% del totale, fino a circa 700 miliardi di euro) è ancora in mano
pubblica;
c) simmetricamente, il grosso del
risparmio privato è direttamente ed indirettamente investito in
passività (ed in specie in titoli del debito pubblico) e non in
attività;
d) mentre quasi tutto il debito
pubblico è del governo centrale (dello Stato), il grosso del patrimonio
pubblico che può essere collocato e valorizzato sul mercato – circa i
due terzi del totale – è dei governi locali (Regioni, Province,
Comuni). Da ultimo, mentre il governo centrale (lo Stato) tende a
privatizzare, molti Governi locali seguono il processo opposto tendendo
a pubblicizzare;
e) mentre quasi tutto il
prelievo fiscale è centrale (dello Stato), la parte crescente della
spesa pubblica discrezionale è locale (di Regioni, Province, Comuni).
La nostra proposta è un grande e libero patto tra Stato, Regioni, Province, Comuni, risparmiatori ed investitori.
Un patto che:
– realizzi il federalismo fiscale solidale, di cui all’art.119 della Costituzione;
–
riduca il debito dello Stato, immettendo sul mercato una quota
corrispondente di patrimonio pubblico, offrendo a risparmiatori ed
operatori economici maggiori e migliori opportunità di investimento.
Gli
effetti finali attesi sono: la riduzione del debito pubblico; un minore
costo del debito pubblico residuo; una maggiore trasparenza, una
maggiore responsabilità ed efficienza della spesa pubblica; la
riorganizzazione e la digitalizzazione della pubblica amministrazione,
il rilancio dell’economia.
Solo su questa
base, non aumentando le tasse sul reddito, sulla casa, sul risparmio,
sulle partite IVA, ma abbattendo la manomorta del debito pubblico,
l’Italia può ripartire.
L’effetto positivo
cumulato atteso è stimabile in termini di 1 punto di prodotto interno
lordo di minore spesa pubblica corrente e di 1 punto di prodotto
interno lordo di maggiore crescita.
Tutte le ipotesi di
intervento di finanza pubblica presenti in questo programma sono
ampiamente coperte, grazie alla somma degli effetti del piano
straordinario e ai risultati della nostra azione contro l’evasione
fiscale condotta con la riforma delle esattorie, mediante l’effettiva
partecipazione dei Comuni all’accertamento, il potenziamento
dell’amministrazione finanziaria, il progetto della riforma dal basso e
non dall’alto degli studi di settore.