Il rumore bianco di Vladimir Salvini
10 Dicembre 2014
di redazione
Anche ieri Vladimir Salvini ha riempito le frequenze rifilandoci i soliti proclami del terzo tipo. Tenetevi forte perché l’elenco è lungo:
– Renzi e Alfano hanno sulla coscienza i morti nel Mediterraneo (invece le decine di migliaia di persone salvate grazie a Mare Nostrum nulla dicono alla coscienza del sirenetto sovietico?);
– i referendum di Grillo sono una presa in giro (che bisogna fare pur di contendersi lo zero virgola dell’agenda populista!);
– l’Europa va abbattuta e poi ricostruita (a immagine e somiglianza della Russia di Putin l’invasore anche perché del resto l’Occidente è fallito, lo spengleriano Savoini docet);
– con Le Pen d’accordo al 99 per cento (l’uno per cento resta il federalismo);
– Orban gli sta simpatico (che sarà mai il revisionismo con un pizzico di negazionismo);
– Marino "non l’e’ bun" (prego traduzione in italiano);
– Berlusconi la flat tax voleva farla al 20, troppo, meglio il 15 (e perché non il 10?, ma dai, famo che l’aliquota la decidono commercialisti e contribuenti!);
– serve la castrazione chimica per gli stupratori (è da vent’anni che sentiamo la stessa storia dai leghisti);
Presunzione, saturazione mediatica e tuttologismo sono i pilastri del salvinismo, la capacità, come recita Nonciclopedia, di "discorrere di tutto lo scibile umano e disumano senza alcuna preparazione specifica, oltre a trovare una risposta non richiesta a tutte le domande che nessuno ha mai posto".
Fuffologia, o per dirla più seriamente con la scienza, rumore bianco.