“In Iran ci sono tutte le condizioni per una Rivoluzione democratica”
22 Ottobre 2009
Con il suo stile secco ma pertinente, lo storico americano Michael Ledeen ci mostra come si possono dire molte cose con poche parole. Abbiamo azzardato a fargli qualche domanda sul nucleare iraniano, l’attentato di domenica scorsa in Baluchistan, la presunta morte della Guida Suprema Khamenei. Vi invitiamo a leggere con calma e tra le righe le sue risposte. Ne uscirete con una realtà che è molto diversa da quella che ci raccontano ogni giorno la stampa e i balletti diplomatici ufficiali.
Professor Ledeen, le potenze occidentali sembrano fidarsi di Ahmadinejad quando dice che tutti gli iraniani vogliono il nucleare. Eppure l’ayatollah Montazeri ha lanciato una “fatwa” contro l’atomica iraniana. Non Le sembra grave l’atteggiamento di accondiscendenza dell’Occidente?
Credo che ci sia un aspetto ancora più grave in questa vicenda. Dimentichiamo troppo facilmente che il grande male iraniano, ciò che ci minaccia davvero, è il regime stesso, non le sue armi. Se in Iran ci fosse un governo normale, non fanatico, dormiremmo tutti sonni più tranquilli…
Durante i negoziati a Vienna, l’Iran ha detto che rifiuterà colloqui diretti con la Francia. Perché?
Perché Sarkozy è stato il più coraggioso degli occidentali.
I negoziati sono stati influenzati dagli attacchi di domenica scorsa in Iran?
No.
Lei ha parlato di un kamikaze che indossava un’uniforme militare e si è diretto senza esitazioni sul bersaglio…
Il kamikaze voleva vendicarsi delle Guardie Rivoluzionarie, perché due dei suoi fratelli erano stati uccisi dai Pasdaran.
Colpire i Pasdaran vuol dire mostrare che il sistema non è al sicuro?
Certamente vuol dire che il sistema di sicurezza durante la riunione nel Baluchistan era insufficiente. In ogni caso, il sistema è morto, ha perso legittimità tra la maggioranza degli Iraniani.
Qualcuno dice che dietro i Jundullah ci sarebbe la CIA. Lei che ne pensa?
Sarebbe un reato, credo.
E la Guida Suprema Khamenei che fine ha fatto?
Non so se Khamenei sia vivo o morto. So soltanto che stava malissimo, in coma, in una clinica particolare creata tempo addietro per Khomeini. Se dovesse morire, ci sarebbe una lotta per la successione, il tipo di conflitto descritto da Hobbes: una guerra di tutti contro tutti. Nessuno può prevedere l’esito di uno scenario simile.
L’opposizione interna potrebbe uscirne rafforzata?
Sì, perché in Iran ci sono tutte le condizioni per una Rivoluzione democratica.
L’Occidente è disposto a favorire e ad aiutare questa Rivoluzione?
Magari…