Inchiesta bari. Vendola: “Io più di chiunque altro chiedo giustizia e verità”
15 Settembre 2009
di redazione
"Sono molto contento che oggi si rilevi da parte del Consiglio superiore della magistratura che non vi era una intenzione offensiva. Sono altresì molto soddisfatto delle dichiarazioni e dei comportamenti del nuovo procuratore Laudati perchè io più di chiunque altro chiedo giustizia e verità". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, raggiunto poco fa dai giornalisti per un commento sulla notizia che il Csm ha deliberato di non aprire una pratica a tutela del pm Desirèe Digeronimo, accusata, in una lettera aperta scritta da Vendola, di aver dato vita ad una spettacolarizzazione dell’indagine che sta conducendo sulla gestione della sanità in Puglia.
Lo stesso Vendola aveva denunciato l’esistenza di "anomalie" nell’inchiesta. "E la giustizia e la verità – ha detto Vendola – non si costruiscono con i polveroni, si costruiscono con l’accertamento dei fatti. E chiedo l’accertamento dei fatti".
"Penso che i fatti – ha proseguito – abbiano dimostrato che molti degli elementi contenuti nella mia lettera erano fondati. Ci sono diverse persone che dovrebbero chiedermi scusa". "Devo dire – ha ribadito Vendola – che non mi sarei aspettato nulla di diverso perchè non c’era alcuna intenzione offensiva, alcuna lesione nè a un magistrato nè alla magistratura".
"Io sono stato sempre fedele alla idea – ha evidenziato – che in una democrazia bisogna tutelare concretamente giorno per giorno l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. È un grande valore della nostra democrazia".
"Io – ha affermato ancora – ho espresso in modo individuale e anche molto addolorato critiche specifiche a uno specifico magistrato, a un pubblico ministero per le anomalie di una condotta investigativa che usava e ha usato la ribalta mediatica come una specie di quotidiana sentenza anticipata".