Inchiesta G8. Rotondi: “Su Verdini diffamazione continuata”
03 Marzo 2010
di redazione
"È in corso una diffamazione aggravata e continuata nei confronti di Denis Verdini, con un mix inquietante di fuga di notizie da indagini e articoli scandalistici. Mi sembra evidente il tentativo di colpire una persona perbene nel momento in cui il partito da lui guidato è sotto attacco da tutti i fronti. A Verdini va, naturalmente, la mia solidarietà". Lo afferma il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi.
Lo stesso coordinatore del Pdl Verdini ha affermato nel pomeriggio: "Leggo di rapporti societari con Riccardo Fusi rivelati grazie all’indagine della Procura della Repubblica di Firenze sulla gestione dei così detti ‘grandi appaltì. La società Parved Spa è stata da me costituita e fino al giorno della cessione non ha mai visto la partecipazione societaria di Riccardo Fusi. La società è sempre stata inattiva. Per evitarne la liquidazione, non avendo più alcuna necessità per me, ho quindi deciso di cederne le quote all’imprenditore e amico Riccardo Fusi. Ho ceduto le quote e non ho più partecipato a nessuna azione della Parved Spa. Questi dati, o se si preferisce informazioni, appaiono dai certificati camerali. Sono quindi, prima che accessibili, noti a chi abbia davvero interesse ad evidenziare la realtà delle cose, la realtà dei fatti".
E ha specificato: "Ho risposto al procuratore della Repubblica su quanto mi è stato contestato. Non sta a me dire se l’incontro con l’inquirente è stato soddisfacente. Anche se lo penso. Resto comunque coerente con la mia idea di difendermi con fiducia nelle sedi processuali. Per questo chiederò all’autorità giudiziaria non solo la valutazione di iniziative diffamatorie in mio danno ma anche – ha sottolineato – ogni utile accertamento al riguardo delle continue strumentalizzazioni di carte dell’indagine preliminare il cui rinnovato deposito nelle edicole anziché nella segreteria del pubblico ministero o nella cancelleria del giudice non è soltanto intollerabile. È giuridicamente inaccettabile".