India. Attentato a Pune, c’è una vittima italiana: ha 31 anni ed è di Arezzo
14 Febbraio 2010
di redazione
La Farnesina ha confermato ufficialmente la morte di una cittadina italiana nell’attentato di ieri in un ristorante di Pune che ha ucciso 9 persone. Un funzionario del consolato italiano di Mumbai, secondo quanto si è appreso, si sta recando a Pune per seguire tutte le procedure del caso.
Si tratta di Nadia Macerini, di 31 anni. La donna era originaria di Levane, frazione di Bucine, comune dell’Aretino, dove la sorella, Cinzia, è consigliere comunale: "Non la conoscevo, ma mi hanno detto che in India ci lavorava, mi hanno raccontato che aveva un centro di meditazione", racconta Sauro Testi, il sindaco di Bucine.
I familiari di Nadia "sono distrutti dal dolore". Così li descrivono alcuni vicini di casa che hanno avuto modo di vederli in queste ore. La famiglia Macerini vive a Levane, frazione di Bucine, in provincia di Arezzo. Solo ieri, riferisce un vicino di casa, Nadia aveva parlato al telefono con la madre, come faceva ogni sabato da quando viveva in India. La famiglia della vittima è molto conosciuta nella zona. La madre insieme al padre e a un fratello di Nadia gestiscono un negozio di materiali edili a Montevarchi, sempre nell’aretino, mentre la sorella Cinzia è consigliere comunale del Pd a Bucine. Nadia Macerini era andata via dalla sua terra d’origine una ventina di anni fa e aveva girato il mondo. Era stata a lungo a Londra e negli Stati Uniti; da New York era andata via nel 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Da allora lavorava in India, nel centro di meditazione Osho Ashram di Pune, situato vicino alla German Bakery, teatro dell’attentato. La notizia della morte di Nadia è stata data ai famigliari dalla Farnesina.
All’indomani dell’attentato di Pune, la stampa indiana si interroga sul ruolo di David Headley, l’americano di origine pachistana arrestato a Chicago nell’ottobre scorso, con l’accusa di aver collaborato alla pianificazione degli attacchi di Mumbai del novembre del 2008. Ruolo esaminato con attenzione anche dall’intelligence di Nuova Delhi, mentre non esclude la pista dell’"Indian Mujahideen". Risulta infatti che Headley – al quale le autorità indiane vorrebbero poter avere accesso per interrogarlo e una richiesta in tal senso è già stata presentata agli Stati Uniti – nel corso di visite che fece in India nei mesi scorsi compì sopralluoghi sia al centro di meditazione Osho Ashram sia alla comunità ebraica Chabad House, situati nei pressi della German Bakery dove ieri è esplosa la bomba.
Una volta che questi particolari emersero dopo il suo arresto a Chicago, questi luoghi vennero segnalati come ‘hard target’ e posti sotto stretta sorveglianza da parte della polizia, ma questo non avvenne per un obiettivo ‘soft’ come la German Bakery, a poche centinaia di metri, ha ammesso il sottosegretario agli Interni indiano P Chidambaram, che ha escluso fallimenti dell’intelligence, rivendicando come fossero state predisposte tutte le necessarie misure di sicurezza intorno agli obiettivi sensibili. "È uno sfortunato incidente che (la German Bakery) fosse sul radar dei terroristi", ha detto.
Ma chi è David Headley, "l’americano tranquillo con presunti legami con il massacro di Mumbai", come titolava in novembre il britannico Times? Nato a Washington il 30 dicembre del 1960 come Daood Sayed Gilani – il nome lo cambia nel 2006 per nascondere le origini islamiche e per avere meno problemi ai controlli quando deve entrare e uscire dagli Stati Uniti per i suoi frequenti viaggi – è figlio di un giornalista pachistano di Voice of America, Sayed Salim Gilani, e dell’americana Serrill Headley. Ed è il fratellastro di Danyal Gilani, portavoce del premier pachistano Yousuf Raza Gilani. Quando i suoi genitori si separano alla metà degli anni Settanta, lui va a vivere in Pakistan con il padre e la sorella e frequenta un collegio militare. Nel 1977, la madre va a riprenderselo e lo porta a vivere negli Stati Uniti, a Philadelphia, dove ha un pub che si chiama Khyber Pass (come il passo di montagna che collega Pakistan e Afghanistan). Nel 1985 Daood/David si sposa con una studentessa dell’Università della Pennsylvania, dalla quale si separa due anni dopo a causa di ‘divergenze culturali’. Per vivere gestisce una videoteca. Nel 1998 viene arrestato per aver cercato di contrabbandare eroina dal Pakistan negli Stati Uniti, ma collabora con le autorità e neanche due anni dopo è fuori di prigione. Quindi torna in Pakistan per condurre operazioni sotto copertura per conto della Dea, ma nel 2002 e nel 2003 sembra cambiare campo e inizia a frequentare i campi di addestramento del gruppo terroristico Lashkar-e-Taiba.
Poi, nel 2008, si trasferisce in India. Ai suoi vicini di casa di Mumbay si mostrava come un cortese ebreo americano di mezza età e in palestra aveva stretto amicizia anche con alcuni attori di Bollywood, scriveva il Times tre mesi fa, ricordando che nella capitale finanziaria indiana Headley gestiva un’agenzia per l’immigrazione – con sede anche a Chicago, dove ha nel frattempo spostato la sua residenza – assieme a Tahawwur Hussain Rana, un canadese di origine pachistana, suo vecchio compagno di studi al college militare, arrestato anche lui in ottobre negli Stati Uniti. Per sostenere la sua parte, Headley aveva anche un manuale: "Come pregare come un ebreo".
L’agenzia serviva probabilmente per gestire il movimento di militanti. Secondo i documenti depositati in tribunale dall’Fbi, l’uomo era sospettato di avere legami con due gruppi militanti pachistani, l’Harakat ul-Jihad al-Islami e il Laskhare-Toiba (LeT), quest’ultimo ritenuto responsabile degli attacchi di Mumbai costati la vita a 170 persone. Ma Headley è anche accusato dalle autorità federali di Chicago di aver pianificato attacchi contro il giornale danese Jyllands-Posten – quello che pubblicò le controverse vignette di Maometto – nome in codice "Mickey Mouse Project" e contro una sinagoga di Copenaghen. Ora i sospetti per l’attentato di Pune, città che, secondo la stampa indiana, avrebbe visitato nel luglio del 2008 e nel marzo del 2009.