India. Kashmir, capi secessionisti disertano incontro con governo

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India. Kashmir, capi secessionisti disertano incontro con governo

20 Settembre 2010

Sembra farsi sempre più lontana una soluzione politica della crisi nella Valle del Kashmir, dove da tre mesi sono in corso violenti scontri tra le forze di sicurezza di Nuova Delhi e alcuni movimenti secessionisti.

L’All Parties Hurriyat Conference (Aphc), un’organizzazione che rappresenta 26 sigle politiche e che mira all’indipendenza della regione, ha rifiutato di incontrare una delegazione del governo indiano guidata dal ministro dell’Interno P.Chidambaram. La delegazione, composta da 42 rappresentanti di tutti i partiti presenti in Parlamento, è da oggi in missione nel Kashmir per raggiungere una mediazione con le forze più estremiste. Ma le proposte di dialogo della delegazione sono state respinte dal segretario dell’Aphc, Mirwaiz Umar Farooq, e dal leader carismatico del partito Syed Ali Gillani. Nella Valle del Kashmir rimane in vigore intanto il coprifuoco imposto dall’inizio della scorsa settimana per arginare le violenze.

Secondo Mehbooba Mufti, leader del movimento kashmiro moderato Peoples Democratic Party (Pdp), che sembrava favorevole nei giorni scorsi al dialogo con il governo, la decisione di prolungare il coprifuoco è uno degli ostacoli che impedisce l’avvio di un dialogo con Nuova Delhi. "Se resteranno in vigore queste misure repressive – ha affermato Mufti, citato dal sito web del quotidiano Times of India – non modificheremo la nostra decisione".

Sono proseguiti anche nei giorni scorsi gli scontri nella Valle del Kashmir, dopo l’escalation di violenza dell’inizio della settimana passata costata la vita ad oltre 20 persone. Molti manifestanti hanno infatti sfidato il coprifuoco imposto dalle autorità e hanno attaccato le forze di polizia nella capitale Srinagar e nella città di Baramulla. Negli incidenti si sono registrati vittime sia tra i dimostranti che tra gli agenti.