Influenza A. Gli Usa confermano il terzo decesso
10 Maggio 2009
di redazione
Una terza vittima dell’influenza A/HIN1 è stata registrata negli Stati Uniti. Fonti sanitarie dello Stato di Washington hanno comunicato che un uomo di circa 30 anni che viveva nella contea di Snohomish, sofferente di problemi cardiaci, è morto la settimana scorsa per complicazioni provocate dal virus della nuova influenza.
"Questa morte tragica ci ricorda dolorosamente che questa influenza è grave e può essere fatale. Le nostre strutture di sanità pubblica stanno facendo tutto il possibile per contrastare questa epidemia e proteggere la popolazione" ha dichiarato il governatore dello Stato di Washington, Chris Gregoire.
Nel mondo i casi della nuova influenza provocata dal virus A/H1N1 hanno superato i 4.000. Il totale di 3.440 in 29 Paesi, riferito oggi dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), non teneva ancora conto delle nuove cifre aggiornate dei Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), diffuse nel tardo pomeriggio e dalle quali risulta che i casi negli Stati Uniti sono aumentati dai 1.639 riportati dall’Oms a 2.254. La nuova influenza ha inoltre toccato oggi per la prima volta Australia (con un caso confermato) e Giappone (tre casi).
In Italia i casi notificati sono nove e, di questi, due sono avvenuti nel nostro Paese, tutti all’interno della stessa famiglia e per trasmissione secondaria. Si sono ammalati infatti il nonno e il fratellino del bambino di 11 anni ricoverato al ritorno dal Messico e nel frattempo guarito. Né l’uomo, di 70 anni, né il bambino di due anni sono stati ricoverati, ma sono seguiti a casa. Con i due casi di trasmissione secondaria avvenuti in Italia, sale a 29 in Europa il numero di coloro che hanno contratto la malattia da persone che erano venute a contatto con il virus in Messico. Secondo i dati dei Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc), il maggior numero di casi di trasmissione secondaria è avvenuto in Gran Bretagna, con 16. Di questi, cinque sono stati notificati nelle ultime 24 ore e sono tutti collegati ai casi avvenuti in una scuola. La trasmissione secondaria della nuova influenza è inoltre avvenuta in Spagna (nove casi), e Germania (due).
Nel frattempo in Messico la situazione oggi è decisamente peggiorata. Dopo l’ottimismo dei giorni scorsi, nelle ultime 24 ore il numero dei morti per la nuova influenza è salito a 48, mentre le persone infettate sono arrivate a 1.626, in una recrudescenza dell’epidemia che sembrava ormai sotto controllo. "Abbiamo verificato l’esistenza di numerosi nuovi casi in praticamente tutto il Paese", ha detto un portavoce del governo. Gli esperti internazionali continuano, intanto, ad osservare il comportamento del virus e al momento sembra davvero impossibile riuscire a prevedere come si evolverà l’influenza.
Secondo i Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc) "il virus A/H1N1, così come ogni altro virus dell’influenza, è difficile da prevedere a causa della sua costante evoluzione". Al momento, spiegano, la trasmissione all’interno dei diversi Paesi non è ancora sostenuta ed è per questo che l’Oms non ha elevato al livello massimo, il sesto, l’allerta pandemia. "Di conseguenza – osservano gli Ecdc – non è corretto dire che i casi attuali di nuova influenza rappresentino un’ondata pandemica". Tuttavia, aggiungono, "sappiamo dalle esperienze delle precedenti pandemie, che il virus può evolvere". Per questo, concludono, "scienziati di tutto il mondo stanno osservando il virus attentamente in cerca di eventuali cambiamenti, in modo da poter reagire in modo rapido e appropriato".
Intanto continuano in tutto il mondo le misure precauzionali per frenare l’espansione del virus. In Canada, dove il numero di casi è salito a 281, circa 500 suini di un allevamento della provincia canadese di Alberta posti in quarantena dopo essere stati contaminati dal virus A/H1N1 sono stati abbattuti. Le autorità hanno precisato che la decisione è stata presa più per ragioni di sovrappopolazione dell’allevamento (che conta oltre 2 mila capi) che a causa della nuova influenza. I suini erano stati contagiati dal titolare dell’allevamento, a sua volta infettato dal virus durante un viaggio in Messico. Il caso aveva destato interesse e preoccupazione in quanto primo esempio accertato di trasmissione della malattia da uomo a animale.