Intercettazioni. Cascini: “Norme limitano possibilità di investigazione”
11 Giugno 2009
di redazione
"Norme che limitano drasticamente la possibilità di investigazione",come quelle sulle intercettazioni, con le quali "polizia e magistratura avranno le mani legate nei confronti dei criminali". Unite a "insulti continui ai magistrati da parte di autorevoli esponenti del governo, una campagna di stampa dei giornali vicini al governo contro la magistratura, un’iniziativa legislativa sul processo penale che distrugge completamente la possibilità di arrivare a una sentenza".
Il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Cascini spiega così ai microfoni di Radio 24 perchè la sua organizzazione parla di "morte della giustizia". "Siamo costretti a denunciare una situazione nella quale sarà impossibile rendere giustizia in questo Paese". La legge sulle intercettazioni "sostanzialmente abolisce – ha ribadito Cascini – uno strumento investigativo utilizzato in tutto il mondo per contrastare la criminalità. Tutte le intercettazioni a carico di ignoti per omicidio, violenza sessuale, rapine in villa, corruzione o reati finanziari non si potranno più fare. Poi il termine di 60 giorni: in un sequestro di persona in corso le intercettazioni dovranno essere interrotte anche se si ascolta che l’ostaggio verrà ucciso nei giorni successivi. Tutto questo è semplicemente incredibile".
Cascini ha anche riaffermato la contrarietà al divieto di pubblicare i nomi dei magistrati che indagano, pur riconoscendo che "purtroppo ci sono casi sporadici di magistrati che appaiono troppo all’esterno". Ma "da qui ad arrivare a vietare la pubblicazione del nome e dell’immagine del giudice ce ne passa. Se è meglio evitare ogni protagonismo, io da cittadino voglio sapere chi è il pm che sta decidendo della mia libertà".