Intercettazioni. Ghedini: “Il testo è migliorabile ma su mafia nessun dubbio”
02 Luglio 2009
di redazione
"Il disegno di legge sulle intercettazioni, allo studio del Senato, è sempre migliorabile, ma se i dubbi riguardano la lotta alla mafia si tratta di preoccupazioni sbagliate, perché escludo categoricamente che le nuove norme possano intralciare le indagini contro la criminalità organizzata". L’avvocato e parlamentare del Pdl Niccolò Ghedini non ha dubbi: la nuova normativa per limitare l’uso delle intercettazioni non complicherà la lotta alla mafia.
"Il testo è attualmente allo studio della commissione competente del Senato e pertanto può sempre essere migliorato", spiega al telefono il consigliere per le questioni giuridiche del premier Silvio Berlusconi. "Ma se i dubbi riguardano i reati di mafia – aggiunge – a mio avviso sono dubbi sbagliati". Il testo, sottolinea Ghedini, "stabilisce espressamente che per i reati relativi alla criminalità organizzata la normativa resti quella attuale". Dunque, conclude, "escludo categoricamente" che il ddl possa essere di intralcio alle indagini.
Oggi è stata presentata infatti la relazione sull’attivitò del 2008 svolta dall’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Il presidente Francesco Pizzetti, nonostante abbia riconosciuto la necessità di una nuova disciplina sulla pubblicabilità delle informazioni trattate dai giudici, ha espresso "perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico degli operatori dell’informazione", misura introdotta dal Ddl intercettazioni. Frequentemente, ha sottolineato Pizzetti, si assiste a "un esercizio del diritto di cronaca esasperato e spesso non corretto". "Peraltro – ha aggiunto – non tocca all’Autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà di informazione garantita dalla Costituzione, se non quando siano concretamente in discussione eventuali e puntuali violazioni della riservatezza dei cittadini". A suo avviso infatti "non c’è ragione di ritenere che la regolazione in via generale della libertà di stampa abbia una diretta e immediata connessione con la tutela della privacy, che deve essere sempre valutata caso per caso".
Nonostante ciò il Garante lancia un chiaro messaggio alla magistratura: "Tocca innanzitutto alla magistratura proteggere i dati di cui viene a conoscenza per la sua attività professionale e fra questi, ovviamente, anche le intercettazioni, che sono fatte per finalità di giustizia". Per Pizzetti, il nuovo disegno di legge ha il merito di chiarire ulteriormente alcune regole, "sia in ordine alla protezione dei dati da parte dei magistrati, sia in ordine al momento in cui le notizie acquisite a finalità di giustizia diventano pubbliche e noi abbiamo detto che da questo punto di vista, chiarimenti su questi punti sono opportuni".
Per il deputato del Pd Franco Laratta, componente della Commissione parlamentare antimafia, la nuova legge sulle intercettazioni telefoniche è incostituzionale: "Limita le indagini, vanifica il lavoro degli inquirenti e delle forze di polizia e riduce la libertà di stampa. È una legge pericolosa e inaccettabile". "I giornali hanno il dovere di informare, di scrivere, di denunciare. I cittadini hanno il diritto di conoscere e di sapere tutto quello che accade", ha proseguito Laratta annunciando che il Pd sosterrà un’iniziativa per promuovere un referendum sulla materia perché "non abbiamo altre strade". "Per anni rischiamo di tenerci una legge così, che farà molti danni in tutto il Paese. Penso soprattutto al mio Sud ed alla mia Calabria, dove le bande organizzate dedite al crimine stanno brindando, mentre le forze dell’ordine, già ridotte senza mezzi e senza risorse, avranno sempre più le mani legate", conclude il deputato del Pd.
A difendere la norma è sceso in campo il presidente del Senato, Renato Schifani che, intervenendo alla presentazione della relazione 2008 del garante per la protezione dei dati personali, ha affermato: "Il disegno di legge sulle intercettazioni che a breve sarà in discussione in Senato ha finalmente posto un argine vietando espressamente la trascrizione di parti di conversazioni riguardanti fatti, circostanze e persone estranee alle indagini". In particolare, Schifani si riferisce "al diritto di una persona estranea al processo, sia esso personaggio pubblico o privato, cittadino, a non vedersi sbattuto in prima pagina".
Nel frattempo il tempo stringe: il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl intercettazioni scadrà martedì prossimo, 7 luglio, alle ore 20. E’ quanto ha deciso l’ufficio di presidenza della Commissione giustizia di palazzo Madama. La discussione generale sul provvedimento non si concluderà oggi, in commissione, bensì martedì mattina. In rappresentanza del Governo e presente, nell’aula della Commissione, il sottosegretario alla giustizia, Giacomo Caliendo.