Intercettazioni, il Cav scioglie il giallo: Sarà Ddl e non Decreto legge

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Intercettazioni, il Cav scioglie il giallo: Sarà Ddl e non Decreto legge

11 Giugno 2008

A fare luce sulle intercettazioni è il premier Berlusconi da Napoli: "Il provvedimento è stato definito decreto legge per un mero errore materiale. Nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di giovedì al primo punto c’è il disegno di legge e norme in materia di intercettazioni telefoniche giudiziarie".

"Non credo – ha  spiegato da Napoli il presidente del Consiglio – che, dato che questa è una situazione che si protrae da diverso tempo, sarebbe stato pacifico individuare in questo provvedimento le caratteristiche di necessità e urgenza che devono essere necessarie per poter fare un decreto legge".

Le intercettazioni si faranno «per pene edittali da 10 anni in su. Seguiamo la regola europea come in altri Paesi come la vicina Austria». Ancora: si faranno per un periodo massimo di tre mesi e saranno autorizzate da un organo non monocratico ma collegiale composto da tre magistrati,  ha precisato il premier. "Questo è il minimo che i cittadini italiani devono attendersi da uno Stato che vuole tutelare il loro diritto alla privacy e quindi la loro libertà", ha detto Berlusconi.

Per alcune ore è sembrato che il provvedimento tanto atteso sulle intercettazioni telefoniche potesse essere presentato come un decreto legge. La polemica è montata immediatamente. Il presidente della Camera Fini ha assicurato "la volontà di discutere senza pregiudiziali da parte di tutti. Non so se ciò – aveva aggiunto – sarà sufficiente per le larghe intese, lo sapremo al momento del dibattito".

Le reazioni, quindi. "Mi meraviglia molto. Non mi sembra materia da decreto, non c’è nessuna urgenza", ha commentato Lanfranco Tenaglia, ministro ombra della Giustizia. Massimo D’Alema ha auspicato che per rivedere la normativa si riparta da quanto previsto nel ddl Mastella.

"Penso che l’approccio equilibrato – ha aggiunto D’Alema – è quello che fu definito nel governo Prodi perché contemperava, con un approccio equilibrato, l’esigenza di non ostacolare le indagini della magistratura a quella della tutela della privacy".

Anche l’ex Guardasigilli, Roberto Castelli, si è detto esterrefatto: "È davvero una assoluta novità. A questo punto bisogna cercare di capire cosa c’è scritto. Sono curioso anch’io di vedere…".