Intercettazioni. Verso intesa dopo l’apertura alle modifiche del ddl

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Intercettazioni. Verso intesa dopo l’apertura alle modifiche del ddl

26 Febbraio 2009

Alla fine il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni sarà dibattuto alla Camera e verrà modificato in alcuni punti. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, al termine di una riunione-fiume del Pdl alla Camera, finita con il proposito di concordare con Lega e Udc "migliorie" al testo.

"Noi non intendiamo spuntare le armi alla magistratura e comprimere la libertà di cronaca, ma intendiamo far sì che non si continui ad abusare delle intercettazioni, poichè vogliamo difendere il diritto alla privacy dei nostri cittadini e il diritto alla riservatezza di coloro i quali vedono invasa la vita privata".

I punti del testo sicuramente da riscrivere saranno il divieto di intercettare i sospetti se non in presenza di gravi indizi di colpevolezza, e il divieto di rivelare ogni notizia su arresti e inchieste fino alla loro chiusura. Secondo il Guardasigilli, l’intercettazione è infatti "uno strumento che va maneggiato con cura".

Nel primo caso, però, si pensa a una nuova formulazione che unisca "i gravi indizi di reato e i sufficienti indizi di colpevolezza". Nel secondo si ipotizza di "ampliare il diritto di cronaca" così: "Non appena la documentazione viene notificata alle parti si può pubblicare non il testo integrale ma un riassunto". Il terzo punto discusso è l’emendamento Bergamini: quello che prevede tre anni di arresto per i giornalisti che pubblicano intercettazioni destinate dai magistrati al macero.

Gli "aggiustamenti" sono il frutto di un pranzo di chiarimento tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, nel quale il premier avrebbe acconsentito a modifiche "a patto di non stravolgere il ddl". Infatti An aveva premuto perché il carcere venisse sostituito dalla radiazione dall’ordine dei giornalisti, misura ritenuta più dissuasiva. Ma per il premier la priorità del governo è "evitare distorsioni, cancellare abusi e tutelare la privacy".

Ad avviso del governo, in materia di lotta alla mafia, il ddl sulle intercettazioni non crea alcun vulnus e non limita in alcun modo le intercettazioni nei confronti dei clan e dei loro affiliati. Con un apposito emendamento inoltre è stata prevista la possibilità di intercettare anche in luoghi diversi da quelli dove si sta compiendo l’ attività delittuosa.

Dalla riunione serale sono usciti tutti visibilmente soddisfatti, anche il presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno che era stata criticata da esponenti del Pdl per aver espresso perplessità sul nodo cardine del ddl: quello appunto relativo al diritto di cronaca. "Sono estremamente soddisfatta – ha detto – perchè anche da parte del governo c’è stata l’apertura alla richiesta di modificare il ddl. Abbiamo dimostrato grande unità. Le modifiche sono quelle che ho indicato io? Probabilmente sì, ma dobbiamo ancora vederci con i tecnici per un confronto approfondito".

Nel pomeriggio, Roberto Rao dell’Udc aveva fatto capire che il suo partito disapprovava in toto l’ipotesi di una fiducia su un testo "così delicato"; il Pd e l’Idv, intanto, continuano ad annunciare una battaglia durissima contro un testo che "imbavaglia la stampa" e che è "profondamente incostituzionale". Il Pd chiede al Pdl di ritirare il testo, mentre l’Idv ribadisce l’intenzione di presentare il referendum.