Iowa, Stati Uniti: al via la corsa alla Casa Bianca

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Iowa, Stati Uniti: al via la corsa alla Casa Bianca

02 Gennaio 2008

Ready, go! Il 3 gennaio è arrivato, comincia a intravedersi la Casa Bianca. L’Iowa, scenario della prima tappa di questa lunga marcia verso Pennsylvania Avenue 1600, è coperto da una coltre di ghiaccio. Ma i candidati repubblicani e democratici ce l’hanno messa tutta per riscaldare l’ambiente.

Più si avvicinava questa fatidica data, infatti, più gli aspiranti presidente innalzavano il livello dello scontro alla ricerca dei voti decisivi. Gli ultimi spot elettorali hanno sottolineato le mancanze degli avversari piuttosto che le proprie qualità. Un vero rodeo non privo di colpi bassi. E, così, mentre in queste ore si aprono le urne dei caucuses, il risultato in entrambi i campi è quanto mai incerto. Per l’aggregatore di notizie Real Clear Politics, che ha realizzato una media ponderata dei principali sondaggi, tra i Democratici la sfida è a tre: in testa Barack Obama al 29 per cento, Hillary Clinton di poco sopra al 28 e l’ex senatore John Edwards a soli due punti percentuali dalla senatrice di New York. Si conferma quindi l’erosione di consensi per la ex First Lady, tutt’altro che “inevitabile” come appariva solo poche settimane fa. In casa repubblicana, la sfida è perfino più incerta con Mitt Romney e Mike Huckabee entrambi tra il 28 e 29 per cento, mentre troppo lontano appare John McCain attorno al 12. Guardando poi alle primarie nel New Hampshire, fra soli 5 giorni, i sondaggi indicano una sfida Romney-McCain nel partito dell’Elefante e, ancora, Clinton-Obama nel partito dell’Asinello.

Salta subito agli occhi l’assenza, in queste prime due sfide per la nomination, di Rudy Giuliani. In effetti, il Sindaco d’America ha puntato tutto sul Supertuesday del 5 febbraio, quando si recheranno al voto gli elettori di ben 22 Stati. Tra questi anche la California e lo Stato di New York, nei quali il conservatore-liberal Giuliani spera di fare il pieno di voti. (lo Stato governato da Schwarzenegger conta il maggior numero di delegati alle convention dei partiti, dove viene nominato il candidato presidente). Quella di Giuliani, però, è una strategia a rischio. Chi vince nei primi due appuntamenti elettorali gode, infatti, di quello che gli americani chiamano “momentum”, ovvero uno stato di grazia che consente al candidato di attrarre un surplus di attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica. D’altro canto, nelle ultime tre presidenziali, il candidato che ha vinto in Iowa si è poi sempre aggiudicato la nomination alla Casa Bianca (1996, Dole contro il presidente in carica Clinton; 2000, Bush per il GOP e Gore per i Democratici; 2004 Kerry contro il presidente in carica Bush).

Oggi, dunque, l’Iowa è davvero il cuore degli Stati Uniti. Tutti i riflettori sono puntati su questo gelido Stato del Midwest. E come da tradizione ogni quattro anni, the Iowans si godono il loro momento di celebrità. E di celebrità, d’altronde, nella capitale Des Moines e in giro per le aree rurali se ne sono viste in questi ultimi tempi. Oprah Winfrey, Kevin Bacon e Tim Robbins sono alcuni dei divi che non hanno fatto mancare il proprio sostegno “sul terreno” al proprio candidato preferito. Il settimanale Time ha dedicato un servizio al “Capodanno in Iowa-Style” soffermandosi sul modo in cui i candidati hanno trascorso le ultime ore del 2007. Tutti hanno accolto il 2008 in Iowa. Tutti tranne Rudy Giuliani, che ha festeggiato l’inizio dell’anno nuovo (Where else?) nella sua New York. Il repubblicano Huckabee e la democratica Clinton (ovviamente accompagnata dal marito Bill) hanno partecipato ad un veglione elettorale, mentre Obama, dopo aver tenuto comizi durante la giornata, ha passato la mezzanotte in famiglia, sempre a Des Moines. Una città, questa, presa d’assalto da giornalisti di tutto il mondo, mentre – annota divertito il Time – i ristoranti buoni registrano il pienone di inviati delle grandi testate americane.

Da tempo non si vedeva tanto interesse per le presidenziali, fin dalle sue prime battute. I motivi li abbiamo, infondo, già indicati su Pennsylvania Avenue nei mesi che hanno preceduto questo 3 gennaio in Iowa. Innanzitutto, la voglia di cambiar pagina, (molto diffusa e trasversale ai due partiti) dopo 8 anni di amministrazione Bush. Questa del 2008, poi, è la campagna elettorale delle “prime volte”. Per la prima volta, se vincesse il partito Democratico, gli Stati Uniti potrebbero avere per presidente una donna o un afro-americano. Per la prima volta, se prevalessero i Repubblicani, potrebbe guidare la nazione un italo-americano o un mormone. E last but not least, per la prima volta, dopo oltre 50 anni, né un presidente in carica né un vicepresidente concorreranno per lo Studio Ovale. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Il più grande spettacolo politico sulla Terra sta per iniziare.