Iran. Ancora proteste a Teheran: “A morte il dittatore”
07 Agosto 2009
di redazione
"A morte il dittatore". E’ questo il grido, l’ennesimo, di protesta lanciato durante la scorsa notte da piazza Venak a Teheran. Per ricordare che le proteste non si sono placate, hanno suonato il clacson delle auto durante ore. Una chiara nuova sfida al divieto di manifestazioni e al regime del presidente Ahmadinejad che, appena due giorni fa, è stato investito per il suo secondo mandato e ieri ha sostenuto il discorso di insediamento di fronte al Senato.
Dalla capitale iraniana è partito un nuovo corteo di protesta formato da centinaia di persone che non vogliono arrendesi al governo del presidente Ahmadinejad e che ritengono non legittimato a presiedere la temuta repubblica islamica. Il leader dell’opposizione Hossein Mousavi, a capo del movimento, continua infatti a sostenere che l’elezione di Ahmadinejad è "illegittima".
I testimoni hanno raccontato che la polizia ha circondato i manifestanti in tenuta antisommossa, ma non è intervenuta con azioni di repressione.
Agenti e milizie basiji si sono schierati anche nelle altre maggiori piazze e nelle strade centrali della capitale iraniana, mentre gruppi di persone si sono progressivamente radunate nei luoghi delle proteste post-elettorali. Secondo testimoni, la polizia ha tentato di disperdere alcuni dimostranti. "Stanno chiedendo ai manifestanti di lasciare la zona altrimenti saranno arrestati", ha riferito un testimone. Nel regime di Ahmadinejad, infatti, le persone che scendono in piazza per protestare rischiano di andare in galera.
Secondo alcuni blogger, i sostenitori di Mir Hossein Moussavi avrebbero attaccato una caserma delle milizie filo-governative basiji che avrebbero, a loro volta, risposto sparando alcuni colpi d’arma da fuoco. Cariche della polizia si sarebbero verificate anche nella zona orientale della città. Alcuni video postati su Youtube mostrano cassonetti dati alle fiamme. Ma le notizie non sono state confermate da altre fonti.