Iran. Continuano le proteste, lacrimogeni e kamikaze nella folla

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Iran. Continuano le proteste, lacrimogeni e kamikaze nella folla

20 Giugno 2009

Una persona sarebbe morta nell’esplosione di una bomba nei pressi del mausoleo dove a Teheran è sepolto l’ayatollah Khomeini. Ne ha dato notizia l’agenzia di stampa Fars, mentre la televisione Press Tv parla di due feriti.

Secondo la stessa Fars, l’esplosione sarebbe stata provocata da un attentatore suicida che si è fatto saltare in aria nei pressi del mausoleo dedicato al fondatore della Repubblica islamica nella parte meridionale di Teheran.

"Un attentatore suicida è rimasto ucciso nell’ala settentrionale del mausoleo dell’Imam Khomeini, mentre due persone sono rimaste ferite", ha riferito l’agenzia di stampa Fars, senza fornire ulteriori dettagli su quanto accaduto, mentre migliaia di poliziotti in tenuta antisommossa e di uomini della milizia Basji sigillano piazza Enghelab, dove i sostenitori di Mirhossein Mussavi volevano tenere la loro nuova manifestazione di protesta.

La polizia antisommossa iraniana è intervenuta con lacrimogeni, idranti e manganelli per disperdere  centinaia di manifestanti filo-Mussavi che si erano radunati davanti all’Università di Teheran. Secondo testimoni, si è visto fumo salire vicino a Piazza della Rivoluzione, dove molti stanno cercando di arrivare sfidando il divieto di manifestare.

Secondo alcune fonti, lungo il Viale Enghelab, dove la manifestazione sarebbe dovuta sfilare, sono appostati anche agenti armati sui tetti. Le stesse testimonianze parlano di manifestanti arrivati sul posto avvolti nel sudario bianco, per mostrare di essere pronti a morire da martiri. Dal primo pomeriggio anche il tratto settentrionale del Viale Vali Asr, una decina di chilometri a Nord dell’Università, dove nei giorni scorsi c’erano state manifestazioni, è stato messo praticamente in stato d’assedio con il dispiegamento di centinaia di agenti anti-sommossa e molti altri in borghese. L’ordine sembra quindi quello di stroncare sul nascere qualsiasi raduno.

Manifestazioni di protesta contro i risultati delle elezioni presidenziali in Iran si sono tenute anche nelle regioni curde del Paese. Lo ha reso noto ieri l’Associazione per i Popoli Minacciati (Apm), attraverso il suo sito Internet. Fonti dell’Apm riferiscono inoltre che, nella città di Kermanshah (Iran occidentale), a maggioranza curda, lo scorso 17 giugno le forze di sicurezza iraniane avrebbero ucciso cinque persone durante le manifestazioni. In Iran vivono circa dieci milioni di curdi, che lottano per il riconoscimento dei loro diritti come minoranza. Nel 2009, il dipartimento di Stato Usa ha inserito nella cosiddetta ‘lista nera« il ‘Party for free life in Kurdistan’ (Pjak), affiliazione iraniana del turco Partito dei lavoratori del Kurdistan, che da alcuni anni compie incursioni armate nel Kurdistan iraniano infiltrandosi dal vicino Iraq.

Nel frattempo, il Consiglio dei Guardiani organo che sovrintende alla regolarità delle elezioni in Iran ha annunciato d’essere "pronto a ricontare solo il 10 per cento dei voti delle presidenziali, scelti a caso". Lo ha detto oggi il portavoce, Abbas Ali Katkhodai.

Khadkhoda ha poi precisato che il Consiglio è pronto a ricontare le schede alla presenza dei tre candidati sconfitti alle elezioni del 12 giugno. Ma dei tre solo l’ex capo delle Guardie Rivoluzionarie, il candidato conservatore Mohsen Rezaei, ha accolto l’invito del Consiglio dei Guardiani partecipando alla riunione convocata questa mattina. Sia l’ex premier Mir-Hossein Mousavi che l’ex speaker del Parlamento, Mehdi Karroubi, i due candidati che stanno guidando la protesta contro i risultati denunciati come il frutto di brogli e frodi, non si sono presentati all’appuntamento senza dare una giustificazione, secondo quanto riporta l’Irna. "Ma il Consiglio è ancora disposto ad accoglierli" aggiunge l’agenzia iraniana.