Iran. Iniziato il riconteggio del 10% dei voti, partita una catena umana di protesta
29 Giugno 2009
di redazione
Centinaia di agenti dei reparti antisommossa della polizia sono stati dispiegati per le vie di Teheran, dopo che il Consiglio dei Guardiani ha iniziato il riconteggio del 10% delle schede contestate nelle elezioni del 12 giugno scorso. Testimoni raccontano di un’atmosfera pesantissima nella capitale, quasi uno stato da legge marziale, e di telefonini di nuovo fuori uso a partire da mezzogiorno. Il Consiglio dei Guardiani potrebbe esprimersi già domani in merito al riconteggio. Sarebbe poi iniziata una nuova manifestazione nella capitale, riferiscono ancora diversi blogger, con i dimostranti che si starebbero radunando per la catena umana annunciata ieri in un punto imprecisato lungo Vali Asr, una lunghissima arteria che taglia Teheran da nord a sud.
L’Iran ha richiamato per consultazioni il proprio ambasciatore in Azerbaigian dopo una visita ieri a Baku del presidente israeliano Shimon Peres. Ne ha dato notizia l’agenzia di stampa iraniana Isna, che cita fonti informate a Teheran, secondo cui il rappresentante diplomatico sarebbe stato richiamato patria anche per le "minacce" arrivate dall’ambasciatore israeliano a Baku contro la Repubblica islamica.
Nessuna punizione infine per i quattro calciatori della nazionale iraniana Ali Karimi, Mehdi Mahdavikia, Hosein Kàabi e Vahid Hashemian, che avevano indossato un braccialetto verde in occasione della partita di calcio contro la Corea del Sud in segno di appoggio a Mir-Hossein Mousavi, il leader riformista che contesta i risultati delle elezioni presidenziali. L’ha reso noto Afshin Qotbi, allenatore della nazionale iraniana, il quale ha dichiarato al quotidiano ‘New York Times’ che "si tratta di voci false. La federazione calcio iraniana non ha assunto alcuna decisione a riguardo. Noi siamo venuti a conoscenza della storia attraverso i media internazionali". Pochi giorni fa il quotidiano filo-conservatore ‘Iran’ aveva annunciato che i quattro calciatori erano stati sospesi da tutte le manifestazioni sportive e gli era stato ritirato il passaporto. In un primo momento, uno dei dirigenti della squadra, Mansour Pourhiedari, aveva dichiarato che i polsini verdi, il colore dei sostenitori di Mousavi, dovevano essere interpretati come segnali di devozione religiosa allo sciismo dei calciatori che speravano di vincere la partita.