Iraq. Domani all’asta licenze per 10 giacimenti di petrolio
10 Dicembre 2009
di redazione
I giganti dell’energia si sono dati appuntamento domani e dopodomani a Baghdad per la mega-asta pubblica bandita dal governo iracheno per lo sfruttamento di dieci giacimenti petroliferi che, a pieno regime, potrebbero catapultare l’Iraq nell’olimpo dei produttori di oro nero.
L’ondata di attentati che martedì scorso ha ucciso nella capitale irachena almeno 127 persone non ha scoraggiato le 44 compagnie petrolifere, fra cui le italiane Eni e Edison, selezionate dal Ministero del petrolio per la fase finale dell’asta. In palio ci saranno licenze della durata di vent’anni relative a dieci giacimenti, distribuiti in tutto il Paese, per complessivi 41,2 miliardi di barili.
La fetta più grossa della torta che il governo offrirà da domani è quella costituita dai mega-giacimenti di Qurna Ovest 2 e Manjun, nel sud del Paese, che insieme rappresentano più della metà delle riserve irachene. Non è detto però che l’asta dei prossimi giorni, la seconda dalla caduta del regime di Saddam nel 2003, si concluda con dei vincitori: a giugno il governo aveva lanciato una gara d’appalto per sei giacimenti di petrolio e due di gas, ma solo quello petrolifero di Rumalia era stato assegnato.
Ad aggiudicarselo erano state la britannica British Petroleum e la cinese Cnpc, che avevano presentato un’offerta di produzione per un prezzo pari a 2 dollari al barile, l’unica giudicata soddisfacente dal ministero del petrolio. Se l’asta di domani dovesse andare a buon fine, secondo gli esperti, lo sfruttamento dei nuovi giacimenti nel giro di pochi anni potrebbe far schizzare la produzione di greggio giornaliera irachena dagli attuali due milioni di barili a oltre sette. L’Iraq si posizionerebbe così immediatamente dietro Arabia Saudita e Russia nella classifica dei maggiori Paesi produttori.