Israele, Alta Corte: “Le moschee sono luoghi sacri”
20 Agosto 2007
di redazione
L’Alta Corte di
Giustizia israeliana ha chiesto alle autorità di spiegare perché non abbiano provveduto
a riconoscere i siti religiosi islamici come luoghi di culto e a destinare
fondi sufficienti a preservarli.
“Perché l’Autorità Nazionale per i Servizi Religiosi non
dovrebbe rispettare le leggi e introdurre disposizioni in modo da assicurare
che tutti i luoghi sacri musulmani in Israele siano tutelati?”, ha scritto il
giudice Edmond Levy a partire da una petizione presentata da Adalah, il centro
di assistenza legale per i diritti della minoranza araba.
In una seduta della Corte, a luglio le autorità israeliane
hanno sostenuto come non ci fosse bisogno di apposite disposizioni e hanno
assicurato un finanziamento di 2 milioni di shekel (circa 476 mila dollari) per
il mantenimento delle moschee nel Paese. Oggi, però, i giudici hanno accolto la
posizione di Adalah, secondo cui lo stanziamento di un budget non garantisce un
impegno a lungo termine.
“Alcuni di questi siti non sono sacri solo per i musulmani
in Israele, ma per milioni (di fedeli) in tutto il mondo. L’assenza di
disposizioni che definiscono il carattere di questi luoghi farà persistere il
danno che stanno subendo”, ha dichiarato al quotidiano israeliano ‘Yedioth
Ahronoth’ l’avvocato di Adalah, Hassan Jabrin.