Israele. Netanyahu: “Sì a uno Stato palestinese demilitarizzato”
14 Giugno 2009
di redazione
Un discorso storico quello che premier israeliano Benyamin Netanyahu ha tenuto oggi nell’Università ebraica Bar Ilan di Tel Aviv nel quale ha dichiarato che sosterrà la costituzione di uno Stato palestinese ma demilitarizzato.
Il leader israeliano ha rivolto un appello diretto ai dirigenti dei Paesi arabi allo scopo di dar vita ad incontri diretti di pace, nelle loro rispettive capitali o anche a Gerusalemme. "Sono molto a favore dell’idea della pace regionale, avanzata dal presidente Barack Obama" ha detto Netanyahu. Per questo il leader ha esortato i dirigenti palestinesi a riprendere subito i negoziati di pace, senza precondizioni. Israele si sente vincolata dagli accordi sottoscritti in passato, ha assicurato aggiungendo che "non c’è un solo israeliano che vuole la guerra".
Secondo quanto aveva già anticipato la televisione commerciale Canale 10, nel suo discorso il premier israeliano si è espresso a favore di uno "Stato palestinese smilitarizzato". Ma per questo Netanyahu ha posto due condizioni: la prima, che Israele riceva "piene garanzie" sulla effettiva smilitarizzazione, innanzitutto dagli Stati Uniti. La seconda, che il futuro Stato palestinese riconosca Israele come "Stato ebraico", ossia rinunci al cosiddetto diritto del ritorno dei profughi palestinesi all’interno del territorio israeliano.
Per Netanyahu la soluzione della questione dei profughi palestinesi deve avvenire quindi al di fuori dei confini di Israele. "Siamo disposti ad accettare uno Stato palestinese smilitarizzato, accanto ad uno stato ebraico riconosciuto dai palestinesi", ha ribadito Netanyahu.
Tra gli altri temi, il premier israeliano ha affermato che Israele si attende dall’Autorità Nazionale Palestinese di abu Mazen (Mahmud Abbas) che riporti l’ordine nella Striscia di Gaza, dove da tre anni è sotto esclusivo controllo di Hamas. "Non siamo disposti a sedere a un tavolo con terroristi che vogliono distruggerci" ha detto il premier Benyamin Netanyahu, riferendosi a Hamas.
Situata alla immediata periferia di Tel Aviv, l’Università ebraica Bar Ilan (27 mila studenti) è considerata uno dei fiori all’occhiello del nazionalismo religioso in quanto nelle intenzioni dei suoi fondatori rappresenta un punto di incontro fra studi approfonditi di carattere ebraico e metodi rigorosi di ricerca scientifica, il tutto nell’intento di mettere a disposizione dello stato di Israele una elite culturale e politica di prim’ordine. Negli anni ’50 la fondazione della Università ebraica Bar Ilan era stata osteggiata dal premier David Ben Gurion, che vedeva con sospetto quel laboratorio accademico organizzato al di fuori della rigorosa egemonia laburista col sostegno di facoltosi ebrei statunitensi. Solo dopo una lunga lotta quel campus sarebbe riuscito a conquistarsi un posto di primo piano nel mondo accademico israeliano.
Nel frattempo, fonti ufficiali hanno anticipato che il premier israeliano prevede di compiere una visita ufficiale a Roma il 23 giugno, per poi proseguire l’indomani alla volta di Parigi. A quanto risulta, Netanyahu incontrerà a Roma – come confermato anche da Palazzo Chigi – il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Possibile anche un incontro con il ministro degli esteri Franco Frattini. Per Netanyahu – che nelle settimane passate ha già compiuto delicate missioni negli Stati Uniti, in Egitto e in Giordania – si tratta comunque della prima visita in Europa da quando lo scorso aprile ha assunto la carica di primo ministro. Fonti ufficiali hanno detto che "non è casuale" che sia Netanyahu sia, in precedenza, il ministro degli esteri Avigdor Lieberman, abbiano ritenuto opportuno dare la precedenza all’Italia nei loro contatti iniziali con i maggiori dirigenti europei.