Israele pronto a riprendere i negoziati di pace
26 Luglio 2007
di redazione
Il primo ministro israeliano, Edhud Olmert, ha fatto sapere
di essere pronto a riprendere il negoziato con Abu Mazen, interrotto nel 2000
dopo che era scoppiata la seconda Intifada.
Nel quotidiano israeliano, ‘Haaretz’, si è parlato di un piano
segreto in base al quale il governo israeliano sarebbe disposto a concedere il
90% dei territori della Striscia di Gaza e in Cisgiordania per la costituzione di
uno Stato Palestinese di cui Gerusalemme Est (molto probabilmente il sobborgo
orientale di Abu Dis) diverrà capitale, anche se la città vecchia, i suoi
dintorni e il Monte degli Ulivi resteranno in possesso degli israeliani.
Intanto, a Gerusalemme sono arrivati il ministro degli
Esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit, e il suo collega giordano, Abdelelah al
Khatib con lo scopo di rilanciare la mediazione della Lega araba.
Secondo Olmert “C’è
la possibilità in un futuro prossimo di far maturare il processo in una serie
di colloqui che affrontino i passi per arrivare a uno Stato palestinese”. Al
momento però “non si possono fissare calendari o percorsi dettagliati”.
Ma la replica degli inviati di Amman e il Cairo hanno
replicato che Israele non può limitarsi soltanto a definire “un orizzonte
politico” per lo Stato palestinese. Infatti, secondo Gheit, “spesso, se non quasi
sempre, l’orizzonte non viene raggiunto”. E, d’accordo con il collega giordano,
ha osservato che la proposta di pace saudita fatta propria dalla Lega Araba a marzo,
è stata accolta con serietà dall’israeliana Tzipi Livni e dal presidente Shimon
Peres. I due hanno infatti detto che: “Abbiamo ascoltato da loro molti commenti
positivi da cui si evince l’intenzione di Israele di lavorare seriamente per dare
ai palestinesi l’opportunità di avere un proprio Stato”.
Abu Mazen intanto ha espresso l’auspicio che Olmert possa
essere “un partner per un accordo finale che porti a uno Stato palestinese indipendente”.
In un’intervista a Euronews, l’ex premier palestinese del governo di Hamas,
Ismail Haniyeh, ha rilanciato un’offerta di tregua a Israele, purché si ritiri
nei confini prima del 1967. Ha inoltre espresso palesi critiche sulla
dipendenza, a suo avviso eccessiva, dell’Europa dagli Stati Uniti. “Siamo
pronti – ha dichiarato a una tregua di lunga durata (dieci, vent’anni), se sarà
creato uno Stato Palestinese con le frontiere precedenti al 1967. Se gli
israeliani accettassero la creazione di uno Stato palestinese e manifestassero
la volontà di discutere di questa eventuale tregua, adopereremo tutti i contatti
e i mezzi che abbiamo per metterla in atto”.
È in previsione per la prossima settimana, nei giorni dal 30
luglio al 2 agosto, una visita nella regione del segretario di Stato Condoleezza
Rice. Incontrerà a Gerusalemme e a Ramallah Olmert e Abu Mazen per organizzare la
conferenza internazionale, annunciata per questo autunno dal presidente George
W. Bush, per confermare il sostegno di Washington a Abu Mazen.
Si percepisce un generale ottimismo sulla possibile ripresa
dei colloqui, come emerge anche dalle parole di Tony Blair, l’ex premier
britannico e nuovo leader del Quartetto: “Un momento in cui cogliere l’opportunità
per la pace”.