La Francia vuole un referendum contro la Turchia
31 Maggio 2008
Mentre
La norma stabilisce infatti l’obbligatorietà di un referendum per accogliere, all’interno dell’Unione Europea, paesi che abbiano più del 5% dei suoi abitanti ed è chiaramente mirato contro l’ingresso della Turchia: un nutrito gruppo di parlamentari dell’Ump aveva minacciato di non votare l’intero disegno di riforme istituzionali, se tale norma non fosse stata inserita nella Costituzione. Il progetto iniziale del governo prevedeva invece la possibilità di scegliere tra la ratifica parlamentare e il referendum.
La decisione intorno all’adesione di un nuovo membro – ricordiamo – va presa all’unanimità dai paesi Ue riuniti in Consiglio, e deve poi essere ratificata dai vari paesi in base alle procedure costituzionali previste in ciascuno di essi. Dato il precedente del referendum francese sul Trattato costituzionale europeo, la cui bocciatura fu largamente determinata proprio dai timori rispetto all’allargamento, si può pensare che la nuova norma costituzionale ponga un serio limite all’apertura verso possibili candidati ad Est, come l’Ucraina, ma soprattutto possa porre una pietra tombale sul faticoso cammino della Turchia verso Occidente, con conseguenze ancora impensabili.
Sarkozy non aveva naturalmente mai negato la sua contrarietà all’ingresso della Turchia, ma si era anche ben guardato dall’ostacolare la prosecuzione dei negoziati per l’adesione, mentre il Ministro degli Esteri, Kouchner, non aveva nascosto il suo favore per il desiderio turco di entrare nel club europeo, mantenedosi così all’interno dell’amministrazione francese una fluidità, che ora pare venir meno.
Certo sembra a questo punto davvero secondario il commento del Commissario Ue all’allargamento, Olli Rehn, che in margine ai colloqui dell’Association Council tra Europa e Turchia, il 28 maggio a Bruxelles, ha dichiarato che “il progresso nei negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione Europea si è basato sulla capacità turca di adottare e completare le riforme”.
Data la perdurante centralità della Turchia per la politica mediorentale degli Stati Uniti e di Israele, d’altro canto, la netta preclusione che traspare dalla decisione dell’Assemblea Nazionale renderà più difficile il riavvicinamento di Sarkozy alla Nato, nonché il progetto di Unione per il Mediterraneo, su cui il Presidente francese punta molto, e che dovrebbe vedere la luce a luglio a Parigi, nel primo vertice europeo sotto la presidenza francese.