La superpatata e la forza dei tedeschi
03 Marzo 2010
di redazione
Bruxelles dà il via libera alla coltivazione della patata transgenica dell’azienda tedesca BASF, mettendo fine ad una vicenda durata 12 anni. Fu nel 1998 infatti che l’Unione Europea, buttando il cuore dell’ostacolo, approvò il mais bt della Monsanto, impresa icona nel bene e nel male di questa tecnologia, sulla quale si sono scritti, spesso inutilmente, fiumi di inchiostro, scatenando l’immaginario collettivo su assurdi scenari apocalittici.
Quel mais oggi è coltivato sul 25 per cento delle superfici mondiali e in Italia si attendono le prime semine primaverili da parte degli agricoltori friulani di Futuragra che, clamorosamente, hanno sconfitto il Ministro dell’Agricoltura Zaia grazie ad una sentenza del Consiglio di Stato, che ha riconosciuto il loro diritto basato sulle Direttive europee. Zaia ieri ha criticato la decisione del Commissario per la Salute e la Protezione dei Consumatori, il maltese John Dally, aggrappandosi ad un fantasioso referendum tutto italiano. Ma, si sa, siamo in campagna elettorale e di simili stravaganze ne vedremo a iosa.
Resta il fatto che il colosso tedesco BASF ha imposto alla Commissione UE, grazie a forti pressioni del Governo di Angela Merkel, l’approvazione della superpatata per uso industriale. Al contrario per il mais transgenico Herculex di Pioneer, azienda statunitense, non può ancora esserci il nulla osta; forse perché l’azienda non è europea? Al momento non è dato saperlo e, probabilmente, non lo sapremo mai.
Sappiamo soltanto che la lotta sugli OGM è anche quella fra due modi di vedere il futuro dell’agricoltura. Da un lato le aziende americane, che investono ingenti somme in ricerca e sviluppo su questo settore, e che, proprio per questa superiorità tecnologica, vengono attaccate "politicamente" dalle loro concorrenti europee, soprattutto francesi e tedesche. Dall’altra i colossi dell’agrochimica europea che, con l’avvento degli OGM e la riduzione della chimica nei campi, presumibilmente vedono minacciata la loro redditività.
Ma ormai gli OGM non fanno più paura. Avanti quindi con mais e superpatata, e si metta la parola fine a questa brutta vicenda di oscurantismo ideologico.