L’arcivescovo di Baghdad lancia un appello al Papa: “Ci sentiamo persi”
03 Novembre 2010
di redazione
"Ci sentiamo persi dopo l’attacco di domenica contro la chiesa di Baghdad". È con queste parole che l’arcivescovo della capitale irachena, Athanase Matti Shaba Matoka, spiega quali siano gli umori della comunità cristiana in Iraq dopo l’attacco eseguito domenica da al-Qaeda contro la chiesa del quartiere di al-Karrada.
"Ci sentiamo male nel vedere l’indifferenza del governo iracheno, che riduce le misure di sicurezza destinate a proteggere i cittadini", afferma. Il religioso cristiano denuncia la mancanza di sicurezza nella quale riversa il paese. "Esponenti del governo e della politica sono venuti a trovarci e ci hanno portato la loro solidarietà – spiega – ma nelle nostre case e nelle nostre chiese vediamo ogni giorno situazioni di questo genere, che ci spingono a emigrare e che porteranno il nostro popolo a lasciare il paese. Come è possibile non capire che questi attentati mirano proprio a provocare a un’emigrazione collettiva di tutti i cristiani iracheni?".
Infine l’arcivescovo di Baghdad conferma di aver ricevuto una lettera di condoglianze da parte di Papa Benedetto XVI. "Quello che gli chiediamo è che lanci un appello deciso alla comunità internazionale e agli Stati Uniti in modo particolare – conclude – affinché risolva questo problema. Sono loro i responsabili della situazione nella quale ci troviamo. Devono trovare una soluzione perché siamo senza governo da sette mesi. Non chiederemo più ai nostri di resistere e rimanere, se devono vivere in queste condizioni".