L’Argentina chiede l’arresto di un ministro iraniano: “E’ un terrorista”
21 Agosto 2009
di redazione
Ahmad Vahidi, ministro designato della Difesa in Iran, è uno dei quattro funzionari messi sotto accusa dalla magistratura argentina per la strage compiuta nel luglio del 1994 contro la sede dell’Associazione di mutua assistenza israelo-argentina (Amia) di Buenos Aires, che fece 85 morti e oltre 200 feriti. Lo affermano i media locali, mentre secondo il procuratore incaricato delle indagini, Alberto Nisman, l’Interpol tempo fa ha spiccato un ordine di cattura contro Vahidi.
Se Teheran lo confermasse, "si tratterebbe di una designazione molto grave: in quanto ex capo di un gruppo chiamato ‘Al Quds’, Vahidi è particolarmente coinvolto nell’attentato contro l’Amia".
"Vahidi – ha sottolineato Nisman – non è solo oggetto di un mandato di arresto da parte della giustizia argentina, ma anche una di quelle persone la cui cattura è considerata di massima priorità in forza di una deliberazione approvata dall’Interpol con un voto a maggioranza dei suoi membri nell’assemblea generale svoltasi in Marocco nel 2007".
Il nome di Vahidi era inserito in un quintetto di dirigenti israeliani, a cui era stato aggiunto un libanese, tutti accusati di avere avuto un ruolo nell’esplosione contro l’Amia che secondo l’accusa sarebbe stata decisa dal Consiglio dei Guardiani iraniano in combutta con il gruppo Hezbollah.
La designazione a ministro decisa da Ahmadinejad deve ora essere vagliata dal parlamento iraniano che si esprimerà con un voto di fiducia. La comunità ebraica argentina, che con 300 mila membri è la più vasta dell’America latina, ha già condannato duramente la designazione ministeriale di Vahidi, parlando di "insulto inqualificabile alle vittime del massacro e ai loro famigliari".