L’attesa di Vittorini
22 Febbraio 2009
di redazione
“Io preferisco, in fondo, il Simenon poliziesco che non ti dà tempo di badare alle sue qualità letterarie. Le sue qualità letterarie sono d’un naturalismo mediocre morto e sepolto da trent’anni almeno”. Così scaldava i muscoli il buon Elio Vittorini, preparandosi a trattare come si deve, solo qualche mese dopo, il capolavoro di Don Giuseppe Tomasi, duca di Palma nonché principe di Lampedusa.